di Ettore Ongis
La grande tela (4mx3m) che potete osservare, esposta dopo il restauro nella sala della biblioteca della Casa del Giovane a Bergamo, racconta una bella storia. Quella di un pittore, Antonio Massari, e di uomini, donne, ragazzi e bambini del Patronato San Vincenzo di Endine.
Massari li conosceva uno a uno e ha voluto rappresentarli in quella che è stata definita una «epifania laica». L’artista pugliese (è di Lecce) oggi ha 91 anni e in una lettera a don Arturo Bellini, vice postulatore della causa di beatificazione di don Bepo Vavassori (fondatore del Patronato e “padre” di migliaia di orfani), a proposito di quest’opera ha scritto: «Avevo 32 anni quando dipinsi questa tela di grande formato da collocare nell’ingresso del Patronato. A distanza di tanti anni dipingerei lo stesso lavoro, l’ideale di accoglienza e di aiuto delle persone in difficoltà è ancora oggi di grande attualità, e in questo risiede l’opera altamente meritoria di Don Bepo».
Che cosa si racconta in questa grande tela nella quale una folla di bambini, adulti, angeli, uomini e donne si avvicina a osservare un neonato tenuto in braccio da un uomo?
Massari lo ha spiegato ad Anna Castelli, insegnante che da quasi mezzo secolo segue il suo lavoro: «Tutte le Natività nell’arte sono di solito rappresentate al femminile, qui invece è un uomo, un padre, che tiene tra le braccia il Bambino. In questo personaggio Massari ha ritratto un inserviente che lavorava al Patronato, Giacomino, che in inverno per proteggersi dal freddo indossava un mantello/tabarro scuro e un basco».
Giacomino come un San Giuseppe, come don Bepo, che è stato un San Giuseppe moderno (…)