Lo chiamano "Giotto"

L'arte del bergamasco Andrea Mastrovito all'abbazia di Fontevraud, in Francia

Ha appena concluso la sua installazione nel cuore della Loira: è l'ultimo capitolo di un tour de force che lo ha condotto in varie parti d'Europa

L'arte del bergamasco Andrea Mastrovito all'abbazia di Fontevraud, in Francia
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Due mesi intensi, quelli vissuti da Andrea Mastrovito, noto artista bergamasco (ma vive a New York) e fervente atalantino che ha dato vita a diverse installazioni in giro per l'Europa in un tour de force che lo ha portato a Venezia, Bologna, Danzica, Basilea e Trento per poi approdare nella località francese di Fontevraud, nel cuore della Loira, che costituisce il sistema monasteriale più grande d'Europa.

Le due precedenti mostre erano state quelle di Basilea aperta il 5 giugno, intitolata "Sous Rature" e ospitata da Wilde Gallery, in cui oltre a tavole e installazioni era stato proiettato anche quello che è il suo secondo lungometraggio, "I Am Not a Legend"; l'altra è stata quella di Trento aperta il 18 giugno alla Galleria Civica, intitolata "Camera Picta", nella quale insieme alle opere di altri artisti (Francesco Arena, Stefano Arienti, Benni Bosetto, Fabrizio Perghem, Alessandro Piangiamore, Federico Pietrella, Esther Stocker e Francesco De Grandi) è stata esposta la sua "Melancolia dell’Uomo Invisibile", concepita all'inizio per le vetrate della Kunsthalle di Osnabruck nel 2018, poi riadattata sotto forma di un enorme fregio retroilluminato per gli spazi della Galleria.

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L'installazione nell'abbazia è legata ad un premio indetto a gennaio, il "Residence Plantagenet", dedicato alla stirpe dei Plantageneti (quella di Re Riccardo, detto Cuor di Leone) e vinto proprio da Mastrovito. Attorno ai quattro gisants (sculture funerarie, realizzate per essere il coperchio della tomba di personaggi importanti) dei re e regine di Francia e Inghilterra, sono stati realizzati circa 500 volumi dell'Enciclopedia dei Fiori da Giardino, i quali creano un finto manto fiorito. Il cuore dell'abbazia invece è ricoperto da un intarsio ligneo misto a collage di circa 70 metri quadri, con una serie di scene che mettono in relazione la storia con l'attualità e la realtà con la finzione e il racconto.

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