Viaggio introspettivo

L’opera di Piero Cattaneo attraverso l’obiettivo di Mario Cresci: una mostra al museo Caffi

Aprirà giovedì 23 ottobre e resterà visitabile fino al 6 gennaio 2026. Fa parte dell'ottava edizione di "Officina della Scultura"

L’opera di Piero Cattaneo attraverso l’obiettivo di Mario Cresci: una mostra al museo Caffi

Giovedì 23 ottobre aprirà al Museo civico di Scienze naturali Enrico Caffi la mostra “Materia in trasformazione. L’opera di Piero Cattaneo nelle immagini di Mario Cresci“. L’iniziativa si inserisce nel programma dell’ottava edizione di Officina della Scultura, la manifestazione che dal 2018 permette di conoscere la scultura del Novecento attraverso i luoghi creativi dei suoi protagonisti.

Quando fotografia e scultura si incontrano

La mostra di Mario Cresci (Chiavari, 1942) resterà visitabile nel museo bergamasco fino al 6 gennaio 2026. Racconta, attraverso immagini d’autore, la ricerca dello scultore bergamasco Piero Cattaneo (1929-2003): la Fondazione a suo nome ha invitato il fotografo a immergersi nell’atmosfera artistica, culturale ed evocativa dell’atelier dello scultore, con l’intento di offrire una visione innovativa, indagando il rapporto tra materia, opera e identità dello spazio.

Le fotografie di Cresci diventano uno strumento per far emergere la stratificazione del tempo, l’energia del processo creativo, e trasformano lo studio in uno spazio narrativo in cui ogni oggetto, attrezzo o frammento è traccia viva di un pensiero. Esplorando il dialogo tra fotografia e scultura, l’esposizione offre una riflessione sullo studio d’artista come luogo di creazione, memoria e ispirazione.

Cresci scompone l’indagine creativa e tecnica di Cattaneo e, attraverso una serie di scatti, coglie alcuni frammenti della sua ricerca, come i tableaux dedicati ai ceri, utilizzati per comporre il complesso sistema di alimentazione della fusione a cera persa e, al tempo stesso, ceri di devozione; o ancora i “cassetti d’ impronte”, dove sono stati depositati metalli di natura ed epoche diverse (XVII e XIX secolo) che nell’opera dell’artista sedimentano vissuti personali in composizioni stratigrafiche.

«La fotografia è un potente mezzo espressivo di alterazione della realtà e agisce sul tempo e la memoria delle cose – dice Mario Cresci -. Nelle immagini che ho ottenuto nello studio/laboratorio di Piero Cattaneo, ci sono i segni di un incontro che ho avuto con la materia delle sue sculture viste attraverso “l’immaterialità” della fotografia. Un vero incontro avvenuto fuori dal tempo, fortemente inclusivo, che mi ha consentito di conoscere, di toccare e quindi di immaginare le sue sculture come se il tutto avvenisse con la sua improvvisa presenza».

Per informazioni: infomuseoscienze@comune.bergamo.it, fondazionepierocattaneo@gmail.com oppure collegarsi al sito web del museo tramite questo link.