un'idea di matteo bini

Nasce "Dentro le mura", il docufilm per ricordare la quarantena bergamasca

Attraverso un sito, tutti noi possiamo inviare immagini del nostro periodo in isolamento. E da questi video partirà un progetto ambizioso

Nasce "Dentro le mura", il docufilm per ricordare la quarantena bergamasca
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Quelli che stiamo vivendo sono tempi che, volenti o nolenti, passeranno alla storia. I cambiamenti più o meno radicali a cui siamo stati costretti nelle nostre vite, le nuove quotidianità, lo sconforto e la speranza, la consapevolezza di vivere nella provincia in cui per la prima volta nel mondo occidentale il dramma si è consumato in tutta la sua potenza. Tempi in cui tutti, in un modo o nell'altro, hanno dovuto reinventarsi. Tempi in cui nonostante tutto c'è stato anche da sorridere, perché per dei frenetici cronici come noi è stato strano e surreale trovarci costretti alla noia e all'ozio. Tempi che abbiamo il dovere di documentare, ricordare, conservare e rielaborare, perché una storia che non sia maestra è un esercizio utile fino a un certo punto.

E così è giusto accogliere con un plauso il progetto "Dentro Le Mura", nato da un’idea del giovane regista Matteo Bini - che vive a Londra ma che è originario di Bergamo - che, insieme ad amici produttori, registi, autori, operatori, fotografi, giornalisti della Bergamasca toccati da ciò che sta vivendo il proprio popolo e che vogliono mettere a disposizione la loro professionalità, ha deciso di avviare realizzare un docufilm basato sulla costruzione di un archivio di questa quarantena. È nato così, grazie al supporto di Vetrya Spa, un sito in cui chiunque è invitato a caricare i contenuti digitali che possano fungere da testimonianza di questi nostri giorni. Il progetto è coordinato da VatiVision in collaborazione con Vetrya, Officina della Comunicazione e Oki Doki Film.

Matteo Bini, regista ideatore del progetto "Dentro le mura"

Il docufilm che sarà realizzato a partire dall'archivio ha innanzitutto l'obiettivo di raccontare la gente che sta vivendo il tempo sospeso nella nostra città: «Bergamo - si legge sul sito - è la nostra città e la nostra provincia. Il nostro territorio sta pagando il più alto tributo in termini di vite umane per il Covid-19. Ognuno di noi sta vivendo questa battaglia sulla propria pelle, chi al fronte a combattere negli ospedali e nei luoghi di cura, chi in trincea a casa, in totale isolamento. Tutti però, dentro le Mura della nostra città e delle nostre case, stiamo cercando conforto. Per questo vogliamo raccogliere le testimonianze del popolo bergamasco, non possiamo lasciare che tutto questo venga dimenticato. Condividere la nostra esperienza è un modo per cercare di trovare il senso di quello che accade, raccontare è il primo modo di fare alleanza e comunità. Il tuo contributo è molto importante».

Il sito dentrolemurabergamo.it invita a filmare la propria quotidianità, la normalità che si affaccia in questa quarantena, gli scorci delle giornate, il modo in cui è cambiato il modo di lavorare, di studiare, le proprie relazioni. Ma anche di condividere il sacrificio e il dolore che ha colpito ognuno di noi in questo periodo di isolamento. «Non ci sono limiti di durata né di temi o soggetti da affrontare - precisano sul sito gli ideatori del progetto -: vorremmo che questa piattaforma diventasse uno scrigno, un archivio che mettiamo a disposizione per raccogliere frammenti di vita e di memoria di questa nostra esperienza. Ci piacerebbe che da questo progetto di raccolta si possa attingere materiale per realizzare un documentario che possa dare voce agli abitanti della terra bergamasca».

La missione è chiara: «Da produttori, da registi, da autori, operatori, fotografi e giornalisti bergamaschi non possiamo far altro, in questo momento drammatico, che raccogliere le istanze che la storia ci consegna, nel bene e nel male, per conservarne la memoria e trasformarle in racconto, nel rispetto della sofferenza e nel tentativo di elaborare questo momento per cogliere nello spirito della nostra gente il desiderio di guardare avanti, verso il futuro».

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