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Nella Capitale della Cultura non c'è spazio per le pittrici bergamasche?

Il consigliere di Bergamo Ideale Luca Nosari ha inviato un'interrogazione a risposta scritta indirizzata al Consiglio Comunale di Bergamo: «Chiediamo una mostra specifica»

Nella Capitale della Cultura non c'è spazio per le pittrici bergamasche?
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Rosa Mezzera, le sorelle Chiara e Isabella Salmeggia, Teresa Mallegori Vitali Sozzi, le sorelle Paolina e Isabella Pagnoncelli, Giuseppina Brignoli, Selene Scuri, Giuseppina Locatelli Fagioli, Irma Gandini, Ippolita Goltara Lussana e Tilde Poli Comana.

Sono soltanto alcune tra le tante pittrici bergamasche che hanno scritto la storia artistica della nostra città tra il Settecento e i primi del Novecento, ma che non trovano spazio tra le celebrazioni della Capitale Italiana della Cultura 2023.

Rosa Mezzera, "Le cascate di Tivoli", 1810, Pinacoteca di Brera. In apertura, Teresa Mallegori Vitali Sozzi, "Autoritratto con tavolozza e pennelli"

Una mostra per le pittrici donne

«In un panorama di esclusività maschile, artiste spesso iniziate alla pittura dai padri per cooperare nelle botteghe, ma soprattutto autodidatte perché non ammesse, in quanto donne, ai corsi di formazione, alle scuole e alle botteghe dei maestri».

A sottolinearlo è il consigliere Luca Nosari (Bergamo Ideale), che ha inviato una interrogazione a risposta scritta indirizzata al Consiglio Comunale di Bergamo con una richiesta ben precisa: prendere in considerazione la programmazione di una mostra specifica, per onorare la storia delle pittrici bergamasche.

«È nostro dovere riscoprire e mostrare ciò che le pittrici donne hanno realizzato - scrive Nosari - per avere una visione più completa della storia artistica bergamasca».

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