Per capire il presente, non bisogna dimenticarsi del Novecento. E al Museo delle Storie lo sanno bene
Presentata una rassegna tesa a raccontare l'influenza del secolo passato su quella che stiamo vivendo. Si parte sabato 25, alle 18, con il dialogo tra Ferruccio De Bortoli e il prof Giuseppe De Luca sul giornalismo
È passato da una manciata di anni e sembra un altro periodo storico, lontano. Eppure il Novecento è qui, dietro la porta di casa, e non si può dimenticarlo, il rischio è non capire quello che sta succedendo oggi. Lo sanno bene al Museo delle Storie di Bergamo, che ieri (lunedì 20 gennaio) ha presentato una serie di incontri, “Novecento in dialogo”, che si terrà nell’aula magna del liceo Mascheroni, in via Borgo Santa Caterina 13.
Si comincia questo sabato, 25 gennaio, alle 18 con il dialogo tra Ferruccio De Bortoli, non dimenticato direttore de Il Corriere della Sera, e Giuseppe De Luca, professore di Storia economica dell’Università Statale di Milano; tema dell’incontro: “Come è cambiato nel corso del Novecento il ruolo e il modo di fare giornalismo?”. A presentare la serie di incontri ieri mattina a Palazzo Frizzoni sono intervenuti il sindaco Giorgio Gori, che sarà protagonista di un intervento, Roberta Frigeni, direttrice del Museo delle Storie di Bergamo, Antonio Terzi per la Fiera dei Librai di Bergamo, Carlo Salvioni degli Amici del Museo storico.
Roberta Frigeni ha sottolineato come la moltiplicazione delle fonti nel secolo scorso, dai giornali alle radio, alle televisioni fino a Internet, rende gli stessi mezzi di comunicazione imprescindibili nel tentativo degli storici di conservare e di interpretare la memoria di quanto è accaduto. Il 15 febbraio sarà poi la volta di “Il Novecento e la televisione”, a seguire “Il Novecento e la radio”, quindi “Il Miac: museo italiano audiovisivo e cinema di Roma” e “Il Novecento in museo e la Public History”.