Donizetti Opera

Polemica sull’operetta “Deux hommes et une femme”, Fondazione Teatro Donizetti: «La nostra missione è far riflettere sulla società»

Nella sua lunga replica, l'associazione rinnova quanto già detto dal direttore Frizza ed evidenzia i progetti contro la violenza di genere

Polemica sull’operetta “Deux hommes et une femme”, Fondazione Teatro Donizetti: «La nostra missione è far riflettere sulla società»

Donizetti Opera risponde al Movimento delle Donne di Bergamo, Rete bergamasca contro la violenza di genere e Donne in Nero sulla polemica nata attorno all’operetta Deux hommes et une femme, che mette in scena la violenza domestica in chiave comica e che verrà ospitata nel cartellone del Festival Donizetti Opera.

«Non cancellarlo, ma contestualizzarlo»

«In tante ci siamo chieste se sia opportuno rappresentare questo argomento in uno spettacolo comico, soprattutto in un momento come questo nel quale la violenza di genere è un problema evidente che non fa per niente ridere», aveva commentato Caterina Ferrara a nome della Rete bergamasca contro la violenza di genere.

Non era stato chiesto di togliere l’operetta dal programma, bensì di contestualizzarla in modo tale da offrire spazio di dialogo e riflessione. Riccardo Frizza, direttore artistico del Festival, aveva risposto spiegando che «l’intento è proporre una riflessione critica su dinamiche inaccettabili, a partire da un’opera ottocentesca che già offre nella complessità del tema spunti significativi di riflessione sul patriarcato, sul ruolo della donna – che qui provocatoriamente trova nel machismo una tossica modalità di riscatto e affermazione – e sulla violenza di genere».

La risposta di Donizetti Opera

Ieri, giovedì 13 novembre, è arrivata la risposta di Donizetti Opera, qui riportata per intero:

In merito alle richieste del Movimento delle Donne Bergamo, Rete bergamasca contro la violenza di genere, Donne in Nero – Bergamo, la Fondazione Teatro Donizetti rinnova quanto già espresso dal Direttore artistico e musicale del festival Donizetti Opera Riccardo Frizza: la missione del Teatro è riflettere sulla società e contribuire, attraverso la musica e lo spettacolo, alla crescita culturale e civile della comunità.

Il nostro Teatro è da sempre fucina viva di confronto, a partire dalla scelta stessa di portare in scena lavori – opere liriche e spettacoli di prosa – che affrontino tematiche dolorosamente attuali, per accendere i riflettori e innescare riflessioni sul problema. Ma non solo, tante sono le iniziative come conferenze, incontri, pubblicazioni del Centro Studi Donizettiani in cui l’opera e il teatro diventano occasione di riflessione su temi attuali come la libertà di scelta, la fragilità, il cambiamento climatico, la nonviolenza, la follia d’amore.

A proposito del titolo “Deux hommes et une femme” rinnoviamo l’invito al pubblico di approfondire lo studio scientifico-musicologico proposto nei Quaderni della Fondazione Teatro Donizetti, in particolar modo il saggio di Ruben Vernazza. Così come a partecipare il 29 gennaio p.v. all’incontro con il Centro Studi Donizettiani dedicato all’opera Carmen di Georges Bizet, che in modo molto più esplicito affronta il tema del femminicidio.

Inoltre, da sempre la Fondazione porta avanti un articolato programma dedicato ai giovani e alle scuole: tra i progetti più recenti figurano collaborazioni con l’Ufficio Scolastico Territoriale, ATS Bergamo, la Fondazione Casa dello Spirito e delle Arti e l’Università di Bergamo, a testimonianza di un impegno educativo continuo e condiviso. Lo scopo dei progetti non è solo “spiegare” l’opera che, in quanto opera d’arte, possiede un valore autonomo, ma soprattutto stimolare riflessioni e confronti sui punti di contatto con l’attualità. Tutti i progetti prevedono anche un percorso di formazione per insegnanti, realizzato in collaborazione con l’Ufficio Scolastico Territoriale, volto non soltanto a fornire strumenti didattico-musicali utili alla partecipazione alle recite, ma anche offrire spunti di riflessione e materiali di approfondimento da condividere in classe, destinati sia agli alunni sia ai docenti. Accanto alle recite e alle iniziative dedicate alle scuole, sono sempre stati proposti appuntamenti e repliche per le famiglie, che hanno permesso anche al pubblico adulto di avvicinarsi all’opera e di proseguire la riflessione in ambito familiare.

Anche la stagione di prosa propone percorsi educativi analoghi e, in merito alla stagione 2025-2026, si andrà ad affrontare la centralità della figura della donna come portatrice di istanze di pace e di gestione del conflitto. In maniera traslata il tema della violenza sulle donne diventa qui la valorizzazione della risorsa femminile all’interno di proposte formative che pongono al centro percorsi dedicati alla non violenza e alla capacità di gestione del conflitto anche nel quotidiano, a partire da “Lisistrata”, un testo di Aristofane che dal 411 a.C. arriva fino a noi per dirci come ciascuno di noi può essere operatore di cambiamento.

Da quest’anno, poi, la Fondazione Donizetti è entrata a far parte di “Scuola di nonviolenza. Imparare la pace di Bergamo”. All’interno di questa realtà la Fondazione Donizetti propone un corso di Teatro dell’Oppresso, un metodo maieutico che, attraverso la naturale teatralità umana, aiuta a riconoscere, analizzare e trasformare le situazioni di disagio, malessere e conflitto. Questo percorso si rivolge a tutti, ma con una particolare attenzione agli Under 30 e agli educatori e operatori sociali.

Infine, in occasione della Giornata Internazionale per l’Eliminazione della Violenza contro le Donne, la Fondazione Teatro Donizetti il prossimo 25 novembre colorerà i propri spazi di arancione, in adesione alla campagna globale UNiTE 2025 – Orange the World di UN Women, dedicata quest’anno al tema della violenza digitale di genere.

L’assessore alla Cultura di Bergamo Sergio Gandi e il presidente della Fondazione Teatro Donizetti Giorgio Berta confermano attraverso l’attività svolta dalla Fondazione l’impegno per una cultura capace di generare consapevolezza, rispetto e libertà.