Restituita alla Basilica di Sant'Alessandro in Colonna la "Deposizione" di Lorenzo Lotto
Con questo intervento di ripristino, salgono a 10 le opere dell'artista recuperate da Fondazione Creberg nel progetto “Grandi Restauri”
Nel primo semestre del 2022 si è svolto quello che si potrebbe definire un restauro impossibile: quello della Deposizione di Cristo dalla croce, dipinto da Lorenzo Lotto a Bergamo nel 1522-1523 per la Confraternita intitolata al Corpo di Cristo e a San Giuseppe. L’opera versava in condizioni critiche da molto tempo a causa della deperibilità della tecnica a tempera su tela, forse decisa dal pittore stesso o, come qualche storico ha ipotizzato, commissionata in ragione di un utilizzo come stendardo processionale.
«In quest’occasione - ha evidenziato oggi (mercoledì 29 giugno) Angelo Piazzoli, presidente di Fondazione Creberg, accanto alla Basilica di Sant’Alessandro in Colonna - restituiamo alla Basilica la mirabile Deposizione di Lorenzo Lotto, che, prima dell’intervento di salvaguardia e di ripristino, versava in condizioni particolarmente critiche».
Terminato il restauro di Fondazione Creberg e riconsegnata l’opera, monsignor Gianni Carzaniga, prevosto di Sant’Alessandro in Colonna, ha previsto in occasione di Bergamo Brescia Capitale della Cultura 2023 la temporanea esposizione del dipinto all’altare del Corpus Christi, con un richiamo quindi alla collocazione originaria. Il dipinto restaurato sarà fruibile negli orari di apertura della Basilica a partire dall'1 luglio 2022 e per tutto il 2023. Organizzata dalla parrocchia anche una serata nella quale l’opera verrà presentata al pubblico con una conferenza sul restauro, accompagnata da un concerto presso la Basilica di Sant’Alessandro in Colonna.
«Il restauro della Deposizione di Lorenzo Lotto è stato un’impresa scientificamente difficile, per la quale si è deciso di ricorrere a un sistema di pulitura differente da quelli “canonici” – ha spiegato Antonio Zaccaria, il restauratore incaricato da Fondazione Creberg insieme ai colleghi Barbara Vitali, Marilena Anzani e Alfiero Rabbolini -. La scelta si è resa necessaria sia per l’estrema delicatezza della peculiare tecnica pittorica a tempera, sia a causa dell’assottigliamento e abrasione del delicatissimo film pittorico, dovuto ad antichi interventi».