Ritornato all'antico splendore lo storico dipinto di Paolo Sarpi nel liceo classico di Città Alta
Il preside Antonio Signori commenta: «Recuperata forza espressiva e dignità del ritratto». Ha eseguito il lavoro Valentina Monzani
Si è concluso il restauro del dipinto di Paolo Sarpi al liceo classico di Città Alta, con il benestare della Sovrintendenza alle Belle Arti, che ha commissionato il lavoro alla restauratrice, iscritta all’albo provinciale, Valentina Monzani.
A renderlo noto è lo stesso istituto: si tratta di un’opera il cui autore rimane ignoto, ma sicuramente inseribile come datazione entro il Settecento. Tale restauro è stato supervisionato dal dottor Angelo Loda, della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le province di Bergamo e Brescia. «Grazie all’intervento - ha commentato il preside del Liceo Sarpi, Antonio Signori - l’opera mostra ora nuovamente i colori ed il disegno così come pensati dall’artista, recuperando la propria forza espressiva e la sua dignità».
La tela, che si trova nell’ufficio di presidenza, aveva discrete condizioni, ma erano evidenti i problemi causati dall’invecchiamento del passato restauro, molto probabilmente effettuato negli anni Sessanta del secolo scorso: la superficie si presentava infatti coperta da uno strato di vernici e ritocchi ormai ingialliti e ingrigiti. Si potevano intuire inoltre le zone in cui il precedente intervento aveva alterato i colori originali e, come tipico nelle operazioni di conservazione di quel periodo storico, andavano oltre i bordi delle zone di ritocco.
Il più grave problema riscontrato, però, è stata una piccola, seppur profonda, crepa nella zona centrale del petto del soggetto, dove una passata stuccatura era rialzata e l’intera porzione di colore sollevata e malsicura. Innanzitutto si è deciso di velinare ed effettuare un pre-consolidamento della porzione a pericolo di caduta, in modo da salvaguardare il dipinto. In seguito si sono effettuate le prove di pulitura, condotte per zone di colore e, successivamente, si è provveduto all’operazione completa.
Ciò ha all’inizio evidenziato il pessimo stato conservativo della pellicola pittorica che, in tutta la metà inferiore, era stata ridipinta, poiché quasi del tutto assente. Si è anche ipotizzato che l’opera avesse subito un profondo danno ed i passati restauratori avessero provveduto a ricostruire il corpo del soggetto, utilizzando come guida i pochi sprazzi di colori rimasti. Proprio per tale motivo, considerando ormai storicizzato tale intervento, si è deciso di mantenere lo strato, ma assottigliandolo. In questo modo, a meno che non si stia molto vicini, risulta difficile scorgere le parti ritoccate. Si sono poi effettuati i consolidamenti dell’intera tela, le stuccature con gesso francese e il restauro del telaio.