Uno spettacolo su Raffaella Carrà al Teatro Donizetti di Bergamo? L'idea divide la Fondazione
La proposta è del direttore artistico Francesco Micheli per il 2023. Ma il Cda e il presidente Berta hanno congelato tutto
Cultura è cultura generale, e su questo non ci piove. Ma farla entrare all’interno di un teatro del XVIII secolo, le cui orecchie sono abituate ad ascoltare la lirica e il melodramma, forse a qualcuno può sembrare un po’ troppo (o forse è il costo a essere troppo alto).
L’Eco di Bergamo racconta come Raffaella Carrà, la showgirl dal caschetto d’oro amato da tutti italiani, a Bergamo, o meglio, all’interno del Consiglio di amministrazioni della Fondazione che gestisce il teatro più importante della città, sia diventata improvvisamente divisiva. Quando, nell’ultima riunione di giovedì 16 giugno, il direttore artistico del Festival Donizetti Opera Francesco Micheli si è presentato con l’idea di produrre uno spettacolo dedicato alla cantante, attrice e conduttrice, sembra che ad alcuni consiglieri il sangue si sia gelato. Il brivido del dubbio ha attraversato in particolare il presidente Giorgio Berta, tanto da portarlo a congelare il progetto.
Micheli avrebbe in mente un’opera «sfidante e innovativa», non solo perché l’artista da celebrare con un progetto speciale non rientra esattamente nelle corde del Donizetti Opera, ma anche perché la sua realizzazione pratica potrebbe serbare qualche problema. Proporre uno spettacolo sulla Carrà, scomparsa a luglio dello scorso anno, e inserirlo nel programma del Donizetti Opera per il 2023 sembra intrecciare una serie di problemi, creando un nodo venuto al pettine in questi giorni, ma non così facile da sciogliere. Squarciare il velo del teatrino, per usare una citazione pirandelliana, e andare oltre la comfort zone, provare qualcosa di probabilmente accattivante per il pubblico, o tenere separati i due mondi?
Tuttavia, racconta L’Eco, il problema principale non sembra legato a questioni di concetto e coerenza, ma più a fattori economici. È uno spettacolo tutto da costruire quello che vuole mettere al centro la poliedricità dell’artista italiana e non così semplice, soprattutto se lo si vuole coniugare alla lirica. I consiglieri della Fondazione sono felici che la programmazione per il 2023 proponga un calendario di alto livello, in linea anche con Bergamo-Brescia Capitali della Cultura, ma sono anche consapevoli del suo alto costo.
Il progetto è stato così momentaneamente messo in pausa. Ma sulle canzoni della Carrà, anche per questa estate, si continuerà a schiacciare play.