Vittorio Sgarbi dà spettacolo mentre il Polittico torna ai trevigliesi
Durante la prolusione il siparietto con l'onorevole Sorte: "Ha la faccia da padano e ha sposato una ragazza di sinistra"
Vittorio Sgarbi sabato 3 febbraio ha riportato il Polittico ai trevigliesi dopo la sua collocazione nella "Porta del cielo", il museo ricavato nella ex chiesa di San Giuseppe, con un discorso di 35 minuti. Davanti alla Basilica gremita di autorità, ma anche di tanti cittadini, il critico d'arte (e quasi ex sottosegretario alla Cultura dopo l'annuncio delle sue dimissioni) ha offerto una lezione per illustrare il capolavoro del Rinascimento.
Il Museo del Polittico
Ad aprire la cerimonia il parroco monsignor Norberto Donghi, colui che ha dato il via al progetto per ridare lustro a un'opera di grande importanza internazionale,
"Un progetto immaginato da molti anni finalmente si attua - ha detto emozionato don Norberto - Alcune opere d'arte sono una responsabilità. Certe cose, per la grandezza che le abita, non sono di chi le possiede, sono patrimonio di tutti. E' stato questo il pensiero che ci ha guidato nel desiderio di custodire e valorizzare meglio il Polittico. La sua bellezza va oltre la rappresentazione artistica. Ogni immagine è pensata per educare, ispirare e provocare una risposta emotiva e spirituale. Tutti riconosciamo in questa pala d'altare, il tesoro più prezioso della nostra città".
"Siamo al centro del mondo"
Dopo il saluto alle tante autorità presenti e gli interventi del sindaco sindaco Juri imeri, della vicepresidente della Fondazione Cariplo, Valeria Negrini, che ha finanziato parte dei lavori, dell'assessore regionale Paolo Franco e del soprintendente Luca Rinaldi, è stata la volta dell'ospite d'onore Vittorio Sgarbi.
"Il Polittico di Butinone e Zenale ha lo stesso significato e lo stesso rilievo nella storia dell’arte della Gioconda di Leonardo e della Primavera di Bottricelli - ha sottolineato il ciritico d'arte - Qui siamo al centro del mondo. E io ho accettato l’invito del parroco in questa chiesa perché quando avevo 20 anni sono entrato la prima volta in questa chiesa e mi sarei aspettato di vedere davanti a me il Polittico, sull’altare maggiore. E’ il tempio più importante della storia dell’arte dopo la Pala di Piero della Francesca a Brera e dopo la Scuola di Atene di Raffaello. E’ il primo spazio unitario della pittura in Lombardia, nel 1485, quando il don Norberto di quei tempi con altrettanto amore e dedizione aveva incaricato i due artisti di Treviglio".
Il siparietto con Sorte
Durante la sua prolusione sul Polittico, Sgarbi ha trovato anche il tempo per un siparietto con l'onorevole brignanese Alessandro Sorte, ricordando una sua precedente visita all'opera. seduto tra le autorità in Basilica.
"In questa chiesa l’ultima volta ho visto un cantiere, pieno di cellophane e fango - ha detto - Un luogo che adesso vedo rinascere e rifiorire come un tempio, un luogo dove città e chiesa si fanno una sola cosa. Ed ero colpito da questa luce di paradiso che emana il Polittico. Sarò venuto dieci volte qui e un giorno ho incontrato in piazza uno molto padano che si chiama Sorte. Sorte aveva la faccia da leghista, anche se poi ho saputo essere di Forza Italia, e mi hanno detto ieri che ha sposato una ragazza di sinistra. Mi sembrava un personaggio del rinascimento di Treviglio", ha concluso sollevando le risate del pubblico.
"Una straordinaria macchina teatrale"
"Nessuna pala d’altare di tutto il rinascimento, né a Venezia né a Firenze ha la forza di stupefazione del Polittico di Zenale e Butinone - ha poi concluso la sua prolusione Sgarbi - Tu la guardi e senti che sei altrove, sei in uno spazio che deve essere paradisiaco. Siamo quindi al centro della Lombardia, al centro della Padanìa, al centro dell’arte italiana, al centro del mondo. Il Polittico è una straordinaria macchina teatrale, che io avevo definito il più grande spettacolo del secolo. Io sono devoto al Polittico in nome della fede e in nome dell’arte per quello che esso sintetizza della nostra condizione spirituale. Non c’è spirito senza bellezza".
La visita e le critiche al museo
Dopo la lezione del critico d'arte sul Polittico è stata la volta del taglio del nastro della "Porta del cielo", all'interno del quale si può ammirare l'opera di Zenale e Butinone. E, in linea con il suo personaggio noto al grande pubblico, Vittorio Sgarbi si lasciato andare a qualche critica a come è stato impostato il museo. In particolare, con il consueto linguaggio colorito, non ha risparmiato frecciate al pannello che si trova all'ingresso del museo che copre parzialmente la vista del Polittico. Una scelta stilistica voluta proprio dagli architetti che ne hanno curato l'allestimento che però Sgarbi ha solennemente stroncato.
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