L'arte è solo una parte

Alla Gamec è arrivato Andy Warhol con gli stivali e la chitarra di Jagger

Alla Gamec è arrivato Andy Warhol con gli stivali e la chitarra di Jagger
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Quattro sale foderate di carta argentata per ricordare l’allestimento della Factory, il suo studio-laboratorio newyorkese, accolgono opere disparate che riconsegnano allo spettatore quella personalità incomparabile. Vengono toccati i molteplici campi espressivi sperimentati dall’artista; ci sono anche degli oggetti personali (gli stivali che ha indossato mentre lavorava alle opere prodotte in occasione della storica mostra del 1980 da Lucio Amelio) e documenti fotografici. La Gamec dal 6 maggio al 30 luglio punta sul nome di richiamo della pop art con la retrospettiva L’opera moltiplicata: Warhol e dopo Warhol. Una mostra che intende restituire il flusso di energia vitale che ha contraddistinto l'artista. Le celebri serigrafie raffiguranti personaggi politici (da Lenin a Mao Tse-Tung), artisti (Joseph Beuys, Man Ray) e personaggi del mondo del cinema, della musica e pure dello sport (Marilyn Monroe, Mick Jagger, Muhammad Ali) sono messe in relazione con alcuni acetati, tra cui quelli della serie Ladies and Gentlemen, con copertine di dischi (oltre 60, tra cui la celebre cover di The Velvet Underground & Nico, con la banana che l’ascoltatore poteva davvero «sbucciare», e di Sticky Fingers dei Rolling Stones, con il paio di jeans dalla zip apribile), oggetti di culto, come la chitarra di Mick Jagger firmata dall’artista e da tutti i membri del gruppo, e riviste come Interview, di cui è presente in mostra anche una copia autografata da Warhol. E ancora, Empire (1964), il celebre lungometraggio costituito da un piano sequenza con inquadratura fissa dell’Empire State Building. Le opere prodotte da Warhol sono accostate a quelle realizzate solo dopo la sua scomparsa.

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Man Ray

Chitarra di Mick Jagger
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Chitarra di Mick Jagger

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Pamela Rosenkranz

Stivali di Andy Warhol
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Stivali di Andy Warhol

Un poker di eventi accompagna Warhol. C’è la personale dell’artista svizzera Pamela Rosenkranz, capace di mettere in discussione il nostro modo di vedere e percepire le cose, nonché a esplorare il modo in cui gli elementi, la pubblicità e la cultura influenzano la nostra sessualità, la nostra visione del mondo e di ciò che ci circonda. E poi Con Amore più che con Amore, selezione delle opere donate alla Gamec negli ultimi 17 anni; la nona edizione della rassegna Artists’ Film International; il progetto di mostra vincitore dell’ottava edizione del Premio Lorenzo Bonaldi per l’Arte Deus sive Natura.

Da oggi (sabato 6) a lunedì, inoltre, il museo ospita il Simposio Internazionale di Curatori Emergenti che si concluderà la sera dell’8 maggio con la premiazione del vincitore della nona edizione del Premio Lorenzo Bonaldi per l’Arte, volto a sostenere la ricerca di un giovane curatore che non abbia ancora compiuto trent’anni e il suo progetto di mostra.

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