Cose che non sapete sui Simpson in occasione dei loro 25 anni
Springfield è una piccola città del Massachusetts, di poco più di 150 mila abitanti, un’inezia rispetto ai grandi centri urbani statunitensi; può vantarsi di essere stato il luogo dove, verso la fine del XIX secolo, venne ideato uno degli sport più popolari al mondo, la pallacanestro. Ma, al di là di questo, nei suoi nemmeno 400 anni di storia, non offre alcun elemento particolarmente rilevante. Eppure, è una città che in quasi tutto il mondo è famosa tanto quanto New York, Los Angeles o San Francisco; e il motivo è uno solo: è il paese in cui si svolgono le storie de I Simpson, probabilmente la serie tv animata più celebre di tutti i tempi.
Due giorni fa, 17 dicembre, Homer e famiglia hanno compiuto 25 anni esatti di presenza in televisione: cinque lustri di successi incredibili, per audience, riconoscimenti (31 Emmy Awards, il premio da parte della rivista TIME come miglior serie televisiva del secolo, la stella nella Hollywood Walk of Fame, e una nomination al Golden Globe, l’unica nel suo genere) e impatto sociale. I personaggi sono noti a chiunque, dal pasticcione Homer alla studentessa modello Lisa fino all’incontenibile Bart, le vicende dei 561 episodi finora andati in onda troppo variegate per essere raccontate; ma alcune curiosità, aspetti divertenti e impensabili e retroscena ai più non sono noti.
Ecco allora che, in occasione delle nozze d’argento fra i Simpson e il pubblico mondiale, vi proponiamo una serie di aspetti e di chicche di cui mai vi siete accorti o che non avreste immaginato.
- Anzitutto, lo strambo e incomprensibile colore giallo della carnagione dei personaggi; ebbene, non si tratta di una trovata clownesca o di una mera ispirazione geniale, ma di una vera e propria mossa commerciale: l’ideatore Matt Groening volle le proprie creature di quel colore affinché per gli spettatori televisivi, durante il canonico zapping, fosse facile e immediato riconoscere il programma nello scorrimento dei canali.
- Una delle varie stranezze fisiche tipiche degli abitanti di Springfield è il numero ridotto di dita per mano, solamente quattro; ma in quanti si sono mai accorti che i personaggi di Dio e Gesù, nelle numerose volte che compaiono, sono gli unici ad averne cinque?
- Essendo andati in onda per la prima volta nel 1989, i Simpson vennero alla luce sotto la reggenza presidenziale di Bush padre; la First Lady, Barbara, ebbe un pessimo approccio alla serie tv, ritenendola «la cosa più stupida» che avesse mai visto. La produzione fece dunque recapitare una lettera fittizia alla Casa Bianca firmata Marge Simpson, in cui la donna spiegava quanto fosse dispiaciuto per il giudizio affrettato della moglie del Presidente. Da quel momento, Barbara Bush divenne una delle più affezionate sostenitrici della serie.
- Un paio di annotazioni circa la celeberrima sigla di apertura vanno necessariamente fatte. In primo luogo, tutti ricordano il momento in cui Marge, distratta, fa prezzare alla cassa del supermercato la figlia Maggie; sul display del macchinario compare effettivamente scritto qualcosa, che è però difficilissimo da intuire. Ebbene, ciò che appare è proprio un prezzo, precisamente 847,63 dollari, ovvero, secondo le stime del 1989, la spesa media mensile per crescere un bambino. In secondo luogo, con il proseguire della sigla, vengono mostrate poche frazioni di secondo in cui l’inquadratura passa velocissima su una moltitudine di personaggi, apparentemente del tutto casuali. In realtà, quelle disegnate in cui frangenti sono scene con un loro senso e svolgimento, nello specifico: Otto, alla guida del suo pullman carico di bambini, notando Patty e Selma sdraiate su un prato in costume da bagno, si distrae e perde il controllo del mezzo, sterzando bruscamente e facendo esplodere una gomma troppo consumata; a causa di questo improvviso sbandamento, Wendell si sente male come sempre, così tutti gli altri bambini abbandonano il pullman sparpagliandosi sui prati: possiamo vedere le inseparabili Sherri & Terri, Martin (minacciato da Kearney e Jimbo), Milhouse che gioca a baseball con un amico, Nelson che ha appena infilato un compagno in un bidone porta rifiuti. Tutto questo caos provoca un ingorgo nel traffico e la polizia è costretta a chiudere la strada alla circolazione. Intanto è appena giunto sulla scena l'intrepido reporter Ken Brokman, per commentare in diretta l'avvenimento, mentre i dottori Hibbert e Monroe sono stati convocati per valutare l'impatto fisico e psicologico che l'incidente ha provocato sui bambini. Nonno Simpson sta prendendo nota per la sua inevitabile lettera di protesta da inviare allo Springfield Shopper, il quotidiano locale. Sullo sfondo, la vita idilliaca dei Flanders prosegue senza interruzioni di sorta. Non ci credete? Armatevi allora di telecomando e moviola, e verificate voi stessi…
- Molti dei personaggi principali portano un nome tratto dalla stessa famiglia dell’ideatore Matt Groening: la madre si chiamava Marge Wiggum (Wiggum è il cognome del commissario Winchester nella versione originale), la quale sposò Homer Groening; ebbe cinque figli: Patty, Mark, Matt, Lisa e Maggie. E sempre a proposito di nomi, nella serie, Bart, il discolo impertinente figlio di Homer e Marge, è l’anagramma della parola “brat”, che significa “ragazzaccio” o “combina guai”. Quest’ultimo personaggio, nonostante la sua indole non esattamente educativa, è stato inserito nel 1998 dal magazine TIME fra i personaggi più influenti del secolo.
- «D’Oh!», ovvero la celebre imprecazione utilizzata da Homer, è stata inserita nell’Oxford Dictionary.
https://www.youtube.com/watch?v=raBcbVwumdo
- Per completare ogni singolo episodi della serie, ci vogliono dai 6 agli 8 mesi.