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Il film da vedere nel weekend Il filo nascosto, davvero un gioiello

Il film da vedere nel weekend Il filo nascosto, davvero un gioiello
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Regia: Paul Thomas Anderson.
Con: Daniel Day-Lewis, Vicky Krieps, Lesley Manville, Sue Clark, Joan Brown, Camilla Rutherford, Gina McKee.
Dove vederlo a Bergamo e provincia: qui.

 

Che Paul Thomas Anderson sia uno dei registi più importanti della scena contemporanea è cosa nota, così come l’attenzione inesausta riservata a tutti i suoi film dalla critica e dal pubblico. Questa coincidenza di pareri è cosa rara e segnala con forza quanto Anderson sia davvero un autore di grande talento e ispirazione. La sua carriera è sempre stata contraddistinta da una grande eleganza formale e da ricercatezza stilistica, piena di omaggi ai grandi registi del passato (come in Magnolia) che non vengono però assunti come modelli passivi, ma continuamente rielaborati in modo assai originale. La sua filmografia non è molto ampia, ma ogni suo film (da Il Petroliere a Vizio di forma passando per l’imperdibile The Master) è un piccolo gioiello, una vera e propria lezione di cinema ad uso dei critici e dei colleghi registi e una gioia per gli occhi del pubblico. Narrazioni potenti si intrecciano con scelte visive e formali sempre intriganti, per un risultato che di fatto non delude mai.

 

 

L’attesa per il suo nuovo film Il filo nascosto era dunque giustamente grandissima, ma si può dire che è stata ampiamente ripagata: probabilmente siamo di fronte a uno dei film più importanti dell’anno (e non solo). Protagonista di quest’opera raffinata è lo stilista Woodcock che, nel Regno Unito degli anni Cinquanta, veste le persone più in voga, dalle star alla famiglia reale. È però un uomo solo, che vive per il proprio lavoro e fonde in maniera assoluta e pericolosa vita pubblica e privata. È poi un esteta e l’incontro con la cameriera Alma lo attrae immediatamente: in breve la giovane donna ne diventa l’ispirazione. Nasce così una storia che non si fatica a definire travagliata, sino a che Alma non decide di prendere in mano la situazione.

Anderson conferma, con questo suo ultimo film, la propria maestria nell’ordire storie e nel tradurle in immagini, senza tradirne la ricchezza e la complessità. Per lui il medium cinematografico è un materiale plastico, da piegare alle proprie necessità fino al limite estremo. Il filo nascosto si presenta come un’opera di grande sperimentazione per lo stile del regista, che sembra studiare fra le righe soluzioni per opere future. Pur nella sua durata non certo insignificante (130 minuti), il film scorre veloce ma non affrettato, presentandosi come un’opera contemplativa e capace di ingenerare suggestioni molteplici.

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Lo spettatore si perde così nelle trame umane della relazione fra Woodcock e Alma, rappresentata con grande complessità e intelligenza. Sullo sfondo, intanto, il fascino di un’epoca che non viene riesumata in maniera posticcia ma riportata a nuova vita dalla capacità di Anderson di far respirare gli ambienti e le situazioni, avvantaggiandosi anche della ricchezza di riferimenti culturali e cinematografici infusi nelle immagini.

In questo domino di sentimenti, citazioni, fascino e immagini, tutto si rivela più complesso di quanto lo spettatore non sarebbe stato portato a credere in origine: ogni lato della storia rivela una doppia faccia, ogni immagine ha una propria contro-immagine da qualche parte nel film. Il filo nascosto è un gioco di orditi intrecciati in maniera inestricabile, ma la genialità di Anderson sta nel non richiedere allo spettatore di scioglierli: il film cresce nella constatazione della sua complessità. In definitiva si tratta di un’opera di assoluto pregio, senza dubbio una delle visioni migliori dell’anno; anche se siamo solo a marzo non sarà facile scalzare il film di Anderson dal podio delle cose più belle del 2018.

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