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Il film da vedere nel weekend Il ponte delle spie, Spielberg is back

Il film da vedere nel weekend Il ponte delle spie, Spielberg is back
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Regia: Steven Spielberg.
Cast:  Tom HanksMark RylanceAmy RyanSebastian KochAlan AldaBilly Magnussen, Eve Hewson, Austin Stowell, Domenick Lombardozzi, Michael Gaston, Stephen Kunken, Peter McRobbie, Marko Caka, Joshua Harto.
Dove vederlo a Bergamo e provincia: qui.

 

Che Steven Spielberg sia uno dei geni ispiratori di registi (e cinefili) contemporanei è cosa nota. Chi è nato negli anni Novanta ricorderà la passione sfrenata che il protagonista della serie cult Dawson’s Creek aveva per il cineasta americano. Con buona pace dei critici, che spesso lo hanno accusato (fra l’altro giustamente) di aver tradito i propositi rinnovatori della Nuova Hollywood per inaugurare una nuova poetica fatta di racconti forti e facili emozioni (insieme al compare Lucas, guarda caso), Spielberg è ancora oggi un regista amato, paradossalmente forse più che in passato. Il pericolo del passo falso, soprattutto quando si è dei grandi, è però dietro l’angolo (lo sa bene Woody Allen, in questi giorni al cinema con il suo ultimo film) e in effetti non tutte le ultime pellicole del grande maestro statunitense hanno saputo soddisfare le aspettative. Per fortuna questo nuovo Il ponte delle spie si promette invece come un’opera di grande pregio. Saranno contenti i fan, visto che i progetti in cantiere per il prossimo futuro sono già numerosissimi.

Anni Cinquanta, periodo di Guerra Fredda e caccia alle streghe. A farne le spese è un pittore, accusato di essere una spia dei Rossi. Nessun sospetto, nessuna possibilità di difesa, solo la schiacciante certezza di un'affiliazione ancora tutta da dimostrare. Processare subito e in forma brevissima l’imputato, per costruire una giustificazione legale alla sua messa in croce. Ad occuparsi della difesa è un avvocato di scarso livello, che per una serie di traversie politico-diplomatiche si trova a dover gestire un delicatissimo scambio di ostaggi all’interno della drastica strategia della tensione.

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BRIDGE OF SPIES
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Tom Hanks is Brooklyn lawyer James Donovan and Mark Rylance is Rudolf Abel, a Soviet spy arrested in the U.S. in the dramatic thriller BRIDGE OF SPIES, directed by Steven Spielberg.

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Il periodo della cortina di ferro, con la strenua divisione fra Stati Uniti e Unione Sovietica è una pagina apparentemente dimenticata della storia recente. Tuttavia basterebbe guardarsi attorno e considerare le cause e le radici di molti fenomeni contemporanei per accorgersi di come, in effetti, i conti con il passato non siano ancora stati chiusi. Spielberg, come ogni grande regista, è un interprete del suo tempo oltre che del passato e sa leggere in filigrana la trama degli eventi: così la sua vicenda illumina di riflesso anche i giorni nostri e lo fa in maniera spesso lacerante. Tom Hanks è ottimo nei panni dell’avvocato Donovan, simbolo dell’uomo qualunque americano che si ritrova suo malgrado catapultato in un universo più grande di lui, così come lo era Tom Cruise in uno dei grandi successi recenti di Spielberg, La guerra dei mondi (che non a caso utilizzava la fantascienza, da sempre grande metafora per raccontare il bipolarismo in America).

Così Donovan, reduce di guerra dotato di un’inesausta tempra morale, diventa lo sguardo attraverso cui il regista ci consegna la sua visione del mondo e degli eventi. Donovan si preoccupa non tanto di sapere se il suo cliente sia davvero colpevole (la colpevolezza è relativa, sembra suggerire) quanto più di difenderlo come meglio può. Questo è già abbastanza, in un mondo segnato dall'impossibilità di decidere (chi sono i giusti, chi gli innocenti?), dove non vale neppure più la pena di chiedersi se quello che vediamo allo specchio è una copia esatta di ciò che esiste nella realtà. Non a caso allora abbiamo a che fare con un pittore, con un uomo che dovrebbe saper rappresentare esattamente il mondo circostante (cos’altro fa un pittore di paesaggi? Pensiamo a Canaletto) ma che invece finisce per distorcere la propria immagine fino all’indistinzione (è una spia oppure no?). Tutto rimane sospeso, ad eccezione del giudizio su Il ponte delle spie, che si presenta finalmente come un solidissimo film in pieno stile spielberghiano.

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