Due ore di cammino

Il nuovo rifugio Balicco a Mezzoldo

Il nuovo rifugio Balicco a Mezzoldo
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Le terre dell’Alta Valle Brembana ci stanno particolarmente a cuore. Il Passo di San Marco con la sua strada antica che congiungeva la Repubblica di Venezia alla Svizzera è la punta di diamante di questo territorio meraviglioso, che ha saputo conservare la sua essenza pur rinnovandosi. Poco prima di San Marco troviamo il comune di Mezzoldo: ogni centro abitato della Valle ha le sue tradizioni, ha la sua storia e i suoi momenti di gioia ed emozione. Domenica 26 luglio è stato inaugurato un nuovo rifugio in quel di Mezzoldo, all’Alpe Azzaredo: in montagna aprire un rifugio è un rito quasi sacro, che affonda le radici nelle storie arcaiche di queste terre.

 

 

L’inaugurazione con tutte le autorità. Per questo momento importane non è mancato nessuno; erano presenti tutte le autorità della zona. Dall'assessore regionale all'ambiente Claudia Terzi, alla presidente di ERSAF (Ente Regionale per i Servizi all'Agricoltura e alle Foreste) Elisabetta Parravicini con il direttore Massimo Ornaghi, dal vicesindaco di Mezzoldo Raimondo Balicco con la famiglia di Marco, cui è dedicato il rifugio, ad Andrea Carminati, presidente della sezione Cai dell'Alta Valle Brembana, che si prenderà carico della gestione. E poi i vertici del CAI regionale e provinciale, con il consigliere nazionale Paolo Valoti che ha portato il saluto del presidente generale Umberto Martini; e ancora sindaci dell'alta valle, escursionisti, amici, progettisti. Insomma, l’elenco delle personalità dà l’idea di quanto sia importante il momento, di quanto i cittadini tengano a queste cose.

 

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Edificio moderno e antico. Una struttura come questa spiega bene la capacità della Valle di rinnovarsi senza perdere di vista le sue tradizioni e le sue caratteristiche identitarie. Si tratta di un simpatico edificio in legno e pietra, nella miglior tradizione bergamasca; esso si ispira ad una precedente costruzione presente in loco. Ma se la forma esteriore mira alla massima armonia con lo stile della Valle, non per questo ci si deve negare delle migliorie tecnologiche che facilitano il lavoro dei gestori. Sono stati infatti installati moderni impianti di captazione dell’acqua, di riscaldamento e di produzione di acqua calda con impianto solare-termico. L’arredamento è moderno e confortevole; garantisce una trentina di posti a tavola e dodici letti.

Dedicato a Marco Balicco. La gente di qui non dimentica, conserva nella memoria le grandi figure che hanno segnato la storia dei vari paesi. Per Mezzoldo è stato immediato chiedere agli enti che stavano edificando il rifugio di intitolarlo a Marco Balicco. Egli era «un grande difensore della montagna e delle sue tradizioni, un uomo combattivo» come lo ricorda il fratello Raimondo, oggi vicesindaco di Mezzoldo. Marco, sindaco per 13 anni di Mezzoldo, morì per tumore nel 1997 quando era ancora in carica; fu atleta, campione di scialpinismo, allenatore e alpino. Un profilo umano che esemplificava tanti pregi degli uomini delle montagne.

 

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Edificazione e gestione. La struttura è stata fortemente voluta dal territorio e da ERSAF, che l’ha realizzata grazie a un finanziamento regionale. Essa viene a colmare una lacuna sul sentiero 101, in quel tratto di Sentiero delle Orobie che collega il rifugio Benigni al rifugio Dordona. Il rifugio sarà aperto in questa prima stagione grazie all’impegno dei volontari della sezione CAI: sarà pertanto opportuno per gli escursionisti contattare la sezione CAI Alta Valle Brembana (tel. 0345.82244 – email piazzabrembana@cai.it –www.caialtavallebrembana.it) per conoscere i giorni di effettiva apertura. L’edificio è stato realizzato dall’impresa Magnati Renato, con sede a Ponteranica ma storicamente “mezzoldese”, su progetto dello studio Flavio Della Vite e Carlo Fornoni architetti associati, di Bergamo, con cui hanno collaborato una serie di professionisti bergamaschi: Studio 28 A, studio Bergamini Villa (strutture), perito Massimo Poletti (impianti meccanici), ing. Tranquillo Zamboni (impianto elettrico).

 

Come si raggiunge il rifugio

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Dal rifugio Madonna delle Nevi (1336 m): si risale la valle del fiume Brembo costeggiando il lato orografico sinistro fino a quota 1430 m circa: da qui (segnalazioni) si piega a sinistra e si comincia a salire nel bosco. Con percorso a tornanti si arriva alla baita Casù (1624 m) e si continua l'ascesa fino a sbucare fuori dall'abetaia a quota 1800 m circa. Verso destra si sale un costone erboso e si trova poi l'incrocio con il sentiero 124A. Di seguito, attraversando i pascoli, si passa dalla casera Azzaredo (1795 m), si toccano altre baite e si raggiunge il rifugio (2 h).

Dalla località Fraccia (1600 m): si percorre la strada che conduce al passo di San Marco e, presso il tornante n. 9 (1600 m circa - segnalazioni), si stacca sulla destra il sentiero per il bivacco e il rifugio. Il primo tratto è abbastanza pianeggiante e alterna tratti nel bosco e nei prati, fino a superare un torrente. Con percorso a tornanti si guadagna quota fino ad incrociare il sentiero 124 che si segue fino al rifugio (1 h 15’).

Sul sentiero 101: dal passo San Marco (1992 m) si scende sul versante valtellinese lungo la carrozzabile per circa 150 m. Si segue il sentiero che si stacca sulla destra fino alla stretta Bocchetta d'Orta. Da questa, il sentiero lascia la cresta per discendere un breve canalino erboso, ritornando così sul versante bergamasco. Il sentiero, con alcuni saliscendi, attraversa la conca erbosa fino al passo della Porta (2023 m) da cui si prosegue in falsopiano sino al Bivacco Zamboni (1955 m), posto poche decine di metri sopra il nuovo rifugio (2 h).

Proveniendo dal lato opposto, si parte dalla baita Camoscio di San Simone (1781 m) e si sale alla Forcella Rossa (2055 m). Da qui si cala al cascinetto dei Siltri (1973 m) e al laghetto di Cavizzola, da cui si risale al bivacco Zamboni (2 h).

 

[Le foto dell'inaugurazione. Grazie a Valbrembanaweb.com]
Rifugio-Balicco1
Foto 1 di 8
Rifugio-Balicco2
Foto 2 di 8
Rifugio-Balicco3
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Foto 6 di 8
Rifugio-Balicco7
Foto 7 di 8
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Foto 8 di 8

La Foresta di Lombardia Azzaredo-Casù. È costituita in prevalenza da un grande pascolo e si estende per 114 ettari nel Comune di Mezzoldo lungo i versanti bergamaschi dello spartiacque orobico. La morfologia del versante, nella parte boscata, è uniforme con boschi a prevalenza di abete bianco e rosso, con sporadica presenza del faggio e di latifoglie minori e pioniere, per lo più in fase di colonizzazione del pascolo. I fabbricati regionali sono utilizzati per l’attività produttiva d’alpe (viene prodotto il formaggio D.O.P. “Bitto”) che a tutt’oggi corrisponde alla maggiore vocazione del territorio, a cui negli ultimi anni si sta affiancando anche il valore turistico, grazie al sentiero “101” denominato “Sentiero delle Orobie” che attraversa tutta la parte superiore del pascolo. La foresta è popolata da incisioni fatte dall’uomo a testimonianza della presenza umana in queste valli in tempi remoti.

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