In Piazza Tredici Martiri

La mitica MV Agusta di Agostini diventa monumento a Lovere

La mitica MV Agusta di Agostini diventa monumento a Lovere
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Si chiama “Del valoroso e del suo destriero” l’installazione che dal 2 giugno verrà allestita in Piazza Tredici Martiri a Lovere, cuore dello splendido borgo che si affaccia sul lago d’Iseo. Lovere è terra di eroi e a documentarlo nella sua piazza principale (intitolata ai 13 Martiri) ci sono sia il nome, che ricorda il sacrificio di un gruppo di partigiani fucilati per rappresaglia dai  tedeschi il 22 dicembre 1943, sia la fontana-monumento, dedicata ai loveresi che diedero la vita per l’indipendenza dell’Italia. Lovere però è anche terra di valorosi campioni e il nome che più di ogni altro ha portato alla ribalta la cittadina del Sebino è quello di Giacomo Agostini, per 15 volte re incontrastato, e mai più eguagliato, del motociclismo mondiale.

 

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Quest’anno ricorre il cinquantenario del primo titolo iridato e, per celebrarlo degnamente, i Forni Industriali Bendotti, i cui titolari sono da sempre tra gli amici di “Ago”, e che così han voluto festeggiare il centenario dalla fondazione, hanno pensato in grande, organizzando due momenti di notevole richiamo: una mostra dei “cimeli” di Agostini, per la prima volta esposti al pubblico, all’interno dell’Accademia Tadini, e un’installazione in Piazza 13 Martiri, nei pressi del monumento ai prodi loveresi. L’intenzione iniziale era quella di esporre proprio al centro della piazza la mitica MV Agusta 500 cc cavalcata da Giacomo Agostini. Si trattava però di capire come una moto, per quanto importante, potesse ergersi a simbolo di una cittadina e del suo coraggio nello sfidare il futuro. Per risolvere il problema, la scelta è stata quella di affidarsi allo studio di architettura De8, lo stesso che recentemente ha ridisegnato il lungolago incontrando il favore di loveresi e turisti.

 

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L’idea è quella di un moderno monumento equestre. «È la celebrazione di una figura mitologica, l’esatta trasposizione del cavaliere valoroso e del suo destriero», scrive l’architetto Mauro Piantelli nel testo di presentazione. «Pur essendo temporanea, l’installazione non può non relazionarsi con la Piazza e con la fontana-monumento. L’ingombro della fontana, virtualmente ripetuto, genera un pattern grafico con precise indicazioni e rapporti dimensionali. All’interno di questa texture virtuale viene collocata l’installazione, la celebrazione del destriero». La moto sarà inserita in una teca trasparente che, dice ancora l’architetto, «è una reinterpretazione-trasposizione dei packaging dei modellini delle moto. È un modellino, in scala 1/1, che arriva da un tempo ormai lontano, un tempo eroico del motociclismo».

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Un'opera in movimento. Non si tratta però di una soluzione statica, perché il movimento e la velocità sono dimensioni del motociclismo. «La percezione della moto-destriero - spiega Piantelli - raggiunge il suo apice durante la gara, nelle dinamiche estreme del movimento. Non è una visione semplice e uguale a se stessa. Cambia in continuazione a seconda della velocità, dell’angolo di piegatura durante la curva, nel momento di massima accelerazione. È sempre una visione distorta». Per questo, nell’istallazione, «la base in metallo su cui viene posata la moto genera le geometrie della teca; alcune facce, in vetro, sono piegate in modo da generare una vista distorta (nella vista frontale, come se si simulasse la visione della moto che ci venga incontro) ed in continua riflessione. Il vetro delle pareti non è completamente trasparente: la parte inferiore e quella superiore sono in vetro chiaro con una blanda riflessione continua. L’installazione quindi riflette anche la piazza, il cielo, gli alberi ed i passanti. Si relaziona con lo spazio attorno, instaura nuove relazioni urbane».

L’installazione, e il suo mitico contenuto, verranno svelate, alla presenza di Giacomo Agostini, giovedì prossimo alle ore 11. A seguire, l’inaugurazione della mostra in Palazzo Tadini.

 

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