Video per i suoi cent'anni

Trento Longaretti, l'opera continua

Trento Longaretti, l'opera continua
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Poter raccontare cent’anni di vita non è cosa da tutti. L'artista Trento Longaretti ha il privilegio di poterlo fare, non solo trasformando la sua vita in mille ricordi, ma anche rendendola visibile nei colori e nelle forme dei suoi dipinti. Longaretti spegne quest’anno – il 26 settembre - le cento candeline e qualcuno ha pensato bene di dedicargli un film-documentario. Niente di definitivo, per carità. Non si è voluto realizzare il catalogo di un’esistenza e neppure una biografia dell’artista: chi ha avuto la fortuna di conoscere il Maestro Longaretti sa che questo non sarebbe possibile: docilmente iperattivo, costantemente interessato al sociale e ai fatti di ogni giorno, silenzioso e costante nella sua ricerca pittorica, la storia di Longaretti non si può raccontare senza mettersi nell’ottica che domani sarà un nuovo giorno di lavoro. Per questo, il film che Teamitalia Videoproduzioni in collaborazione con Associazione Trento Longaretti e con il sostegno della Fondazione Credito Bergamasco, si è proposto di realizzare è un racconto di come ancora oggi Longaretti pensa e vive attorno alla sua pittura.

 

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Ne sta nascendo (il documentario è ancora in lavorazione e sarà terminato a fine marzo) un mediometraggio che elabora un ritratto artistico e umano del Maestro, intrecciando i suoi racconti con i ricordi e le testimonianze dei tanti che lo hanno conosciuto e che con lui hanno condiviso un pezzo di cammino. Allievi, critici, familiari, galleristi, artisti sono i co-protagonisti di questo video e scandiscono le tappe biografiche dell’avventura di un giovane trevigliese, figlio di un fabbro, che andò a Brera per studiare pittura. Il progetto è iniziato nella primavera del 2015 e si sta concludendo in questi giorni. La troupe, infatti, sta ancora girando all’interno dello studio del Maestro seguendo la nascita di un’opera, mentre un altro artista, lo scultore Ugo Riva, sta registrando il suo contributo al filmato. Per raccontare un’icona bergamasca è stata chiamata una giovane regista milanese: Teresa Sala, 28 anni, che niente ha a che fare con l’universo longarettiano e che proprio per questo motivo - forse - ha potuto raccontarlo con un taglio insolito, vicino al mondo giovanile e con una sensibilità nuova.

Tutto è partito con un’intenzione espressa ai figli dell’artista, Serena e Franco Longaretti ,che sono stati i primi portavoce di un progetto che fotografa uno dei riferimenti culturali della città. Perché Longaretti per Bergamo è anche questo. È stato direttore dell’Accademia Carrara, ha formato tantissimi studenti che sono diventati a loro volta artisti capaci di seguire un proprio personale percorso, ha realizzato mostre e ha contribuito alla cultura locale. Da buon bergamasco ha insegnato a tutti l’importanza del lavoro, costante e continuo, sull’arte. Lavorare, dipingere, disegnare, con applicazione e dedizione, come continua a fare ogni giorno. Non a caso il trailer del video si apre con un inequivocabile: “Ndom a laurà.”

 

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Ma le cose da raccontare sono tante e allora si scopre che Trento era un bravo calciatore, che è una persona ironica, dolce e meticolosa, attenta a ciò che succede nel mondo e a come è cambiata l’arte e i suoi meccanismi. Il documentario seguirà un andamento cronologico, partendo dall’infanzia per arrivare agli ultimi anni. Le immagini d’archivio aiuteranno a unire l’esperienza e la vita dell’artista con i fatti storici del nostro Paese, mentre i ritratti della famiglia delineeranno l’uomo e l’artista raccontando il passaggio degli anni e i cambiamenti. L’uscita ufficiale sarà il 31 marzo, data in cui il DVD verrà distribuito con l’Eco di Bergamo, mentre successivamente il filmato sarà presentato a Treviglio.

Longaretti è un artista da sempre contemporaneo: da decenni il suo sguardo si è posato sugli ultimi della terra, come gruppi di famiglie in cammino, pellegrini della vita, che si muovono dalle città in fiamme o la figura dell'ebreo errante, carica di evocazioni storiche e letterarie, assunta più volte a simbolo dell'umana condizione. Un tema da sempre attuale che attraversa trasversalmente la storia della sua vita e dell’intera umanità. «Il contenuto delle mie opere - spiega il Maestro - è per me la figura dell’uomo e il suo mondo. Ricordi di anni lontani, di paese d’infanzia o di gente incontrata, dimenticata e riaffiorata, con elementi di pura invenzione. Favole con significati di sentimento, solitamente di malinconia, non disperata, ma dolce”.

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