Trecento negozi in più in 6 mesi nella Bergamasca, ma non mancano le ombre
Traino della Capitale della Cultura, ma non è tutto oro ciò quello che luccica: il non alimentare va bene, l'alimentare perde e le difficoltà restano. Turnover esagerato
Il mondo del terziario bergamasco pullula di nuove attività: lo dicono i dati dell'analisi di Ascom Confcommercio Bergamo. Il primo semestre di quest'anno ha visto 863 nuove attività iscriversi alla Camera di Commercio per quel che riguarda il terziario (ristorazione e somministrazione, ricettività, servizi alle imprese, commercio, ambulanti). Il saldo positivo, calcolato sottraendo le 557 che hanno chiuso in questo stesso periodo, è di +306 imprese.
Bene i primi 6 mesi, però...
Il dato sarebbe quindi prova di un nuovo slancio, dopo un 2022 nel quale nel terziario si era registrato il record di chiusure. Tuttavia, il condizionale è d'obbligo, perché i dati potrebbero essere gonfiati dal fatto che si rifanno alla prima metà dell'anno. In genere, le nuove imprese aprono a inizio anno, quelle in dirittura d'arrivo aspettano la fine per questioni di costi. Altrettanti sono pertanto i mesi che separano dalla chiusura del 2023, quando si potranno fare considerazioni più calibrate.
+ 204 imprese nel commercio non alimentare
Non solo, all'interno dello stesso settore (il terziario appunto) esistono forti differenze di categoria in categoria, di zona in zona. In particolare il saldo positivo maggiore è quello del commercio non alimentare con 204 imprese in più nel giro di sei mesi, considerando che nel periodo tra gennaio e giugno hanno chiuso 175 attività, ma ne sono state aperte 379. Ascom specifica che il traino è rappresentato in particolare dalle imprese di commercio online e di compravendita delle auto usate. Buona crescita anche per i servizi alle imprese, con 72 imprese in più nel giro di sei mesi (248 nuove attività a fronte di 176 chiusure). Saldo positivo anche per le imprese della somministrazione e della ricettività, cioè bar e ristoranti, ma soprattutto la ricettività extra alberghiera (B&B, case vacanze, altre tipologie di strutture per l’accoglienza dei turisti): il comparto segna un bilancio di +62 attività in sei mesi, frutto delle 177 nuove aperture che superano le 115 cessazioni.
Male il settore alimentare
Il lato buio però non manca ed è rappresentato dal settore alimentare, che ha visto chiudere 55 negozi, contro le 46 nuove imprese. In totale la perdita è di nove attività. La situazione più drammatica è però quella degli ambulanti, che perdono 23 imprese (36 cessazioni a fronte di 13 nuove attività». Non solo, per Oscar Fusini, direttore di Ascom Confcommercio Bergamo ci sono problemi che non possono essere nascosti dietro al dito della crescita: «Nel turismo, alcune di queste aperture sono legate all'emersione e alla registrazione di attività già presenti. Certo, l’effetto-2023 ha spinto molte persone anche rispetto all’aprire un'attività economica. Anche per questo sarà fondamentale monitorare l’andamento dei prossimi mesi».
La mappatura
A livello di aree, è l'hinterland a battere tutti con un saldo di +97 attività, seguito dalla città a +80. Bronzo per la Bassa (+73 attività), che distanzia di poco l'Isola (+27 attività). Non così bene le Valli: la val Cavallina (+10 attività), la val Calepio (+9 attività), la val Seriana e val di Scalve (+7), la val Brembana (+3 attività).