Martedì 6 agosto

A Bergamo e provincia i saldi di luglio non hanno aiutato il settore moda: -10% sul 2023

Qui da noi il calo è stato maggiore che nel resto d'Italia. Oggi (6 agosto) una riunione con il ministro del Made in Italy, Adolfo Urso

A Bergamo e provincia i saldi di luglio non hanno aiutato il settore moda: -10% sul 2023
Pubblicato:
Aggiornato:

Una situazione preoccupante quella del settore moda e abbigliamento nel nostro Paese: il primo semestre dell'anno non è andato bene, i saldi del mese scorso hanno contribuito poco e, come se non bastasse, nella nostra provincia il quadro è anche peggiore.

Proprio per questo, l'argomento sarà oggetto di una riunione oggi (martedì 6 agosto) con il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso.

Settore in calo

Secondo i dati della Federazione Moda Italia-Confcommercio, a seguito del monitoraggio effettuato sulle imprese associate, le vendite di prodotti di moda (abbigliamento, calzature, pelletteria, accessori, tessile casa e articoli sportivi) a livello nazionale hanno registrato un calo medio del 4,6 per cento nel primo semestre 2024. Neppure i saldi di luglio sono riusciti a invertire il trend dei consumi, con una perdita media in valore dell’8,1 per cento sullo stesso periodo di luglio del 2023.

Il 60 per cento delle imprese che hanno risposto al questionario a livello nazionale ha riportato, infatti, vendite in calo, mentre il restante 40 per cento ha registrato una crescita (15 per cento) o una stabilità (25 per cento). Più critica è addirittura la situazione a Bergamo e provincia, dove i saldi di luglio hanno registrato un -10 per cento rispetto allo stesso periodo del 2023.

Chiusura di tanti negozi

Per la Federazione la situazione è preoccupante, perché se chiudono i negozi di prossimità, potrebbero essere inevitabilmente coinvolti anche altri soggetti imprenditoriali, dalla produzione della materia prima al confezionamento fino agli agenti e rappresentanti.

A Bergamo, tra città e provincia, nel primo semestre 2024 hanno chiuso 57 negozi di abbigliamento, calzature e articoli sportivi, contro solo 26 aperture. Federazione Moda Italia-Confcommercio ha fatto sapere di stare lavorando su più fronti, sia a livello nazionale che territoriale, per ridare fiducia alle imprese e per diffondere il valore economico e sociale dei negozi di prossimità del comparto moda.

La riunione con il ministro

A tal proposito, per oggi è stato convocato il Tavolo della moda, dove verranno presentate alcune proposte al ministro Urso. In particolare, si proporrà l’introduzione di una detrazione d’imposta, sulla dichiarazione dei redditi dei contribuenti, per l’acquisto di prodotti di moda sostenibili effettuato nei negozi fisici.

Ma anche l’applicazione di un'aliquota Iva agevolata sui prodotti di moda e un credito d’imposta del 30 per cento sulle locazioni commerciali, oppure una cedolare secca sugli affitti commerciali, condizionati all’obbligo di una congrua riduzione dei canoni di affitto a seguito di specifico accordo tra locatore e conduttore.

Commenti
Marcello

Che cosa c'era da aspettarsi di diverso? Dall'inizio di quella maledetta guerra in Ucraina è stato scelto in modo premeditato di impoverire progressivamente tutti gli italiani. E noi, ovviamente e giustamente, tagliamo le spese dove possibile, cioè sul superfluo. Abbigliamento, ristoranti, ferie. Non ci vedo niente di strano È autodifesa!

Seguici sui nostri canali