A Bergamo l'inflazione sta diventando un problema: siamo all'11° posto in Italia
Il capoluogo orobico da agosto scorso ha scalato di 22 posizioni la classifica delle città dell'Unione nazionale consumatori
La situazione dell'inflazione a Bergamo è peggiorata, tant'è che il capoluogo orobico è passato all'11° posto nella classifica di ottobre delle città più care d'Italia dell'Unione nazionale consumatori.
Aumenta il costo della vita
Ad agosto si trovava al 33° posto su 78 città nel nostro Paese, quindi nel giro di un paio di mesi ha scalato la graduatoria di ventidue posizioni, arrivando a un rincaro annuo per famiglia media di 307 euro e a un'inflazione sul mese del +1,1 per cento. Per fare un paragone, si deve tenere conto che la media nazionale è di un rincaro annuo di 212 euro a famiglia e un'inflazione annua sul mese del +0,9 per cento.
Quest'estate, invece, era rimasto stabile, con l'aumento generale dei prezzi al +1 per cento rispetto alla precedente rilevazione di luglio, con un rincaro annuo di 279 euro per una famiglia media. Tuttavia, era comunque andato a occupare un posto più in alto in classifica (il mese prima era al 45°) perché le altre città avevano invece migliorato il loro quadro economico.
Le città più care
In testa alla graduatoria nazionale, c'è Bolzano dove l'inflazione tendenziale pari al +2 per cento, la più alta d'Italia, si traduce anche nella maggior spesa aggiuntiva annua, equivalente a 579 euro per una famiglia media. Medaglia d'argento per Roma, che pur avendo la quarta inflazione più elevata del Paese, +1,5 per cento, ha il secondo maggiore incremento di spesa annuo, pari a 388 euro a famiglia. Sul gradino più basso del podio Trento che con +1,3 per cento ha una spesa supplementare pari a 383 euro annui per una famiglia tipo.
Al quarto posto Siracusa, che ha la seconda maggiore inflazione, +1,7 per cento, e una stangata pari a 364 euro. Seguono Padova (+1,4 per cento, +360 euro), al sesto posto Parma, Ferrara e Rimini (+1,3 per cento e +353 euro), poi Ravenna (+1,2 per cento, +326 euro). Chiude la top ten Macerata che con +1,6 per cento si colloca al terzo posto per inflazione e ha un incremento di spesa pari a 322 euro.
Le risparmiose
Sull'altro fronte della classifica, la città più virtuosa d'Italia è Aosta, dove grazie alla deflazione (-0,2 per cento) si ha un risparmio annuo di 52 euro. Al secondo posto Forlì Cesena, anche loro in deflazione con -0,1 per cento e -27 euro. Medaglia di bronzo Potenza, che ha una variazione nulla.
Seguono, nella classifica delle risparmiose, Biella (+0,1 per cento, +23 euro), Modena (+0,1 per cento, +27 euro), al sesto posto Teramo (+0,2 per cento, +45 euro), poi Novara (+0,2 per cento, +50 euro), in ottava posizione Firenze (+0,2 per cento, +52 euro) e Lodi (+0,2 per cento, 52 euro). Chiude la top ten delle migliori Cremona, +0,2 per cento, pari a 56 euro.
Le regioni onerose
In testa invece alla classifica delle regioni più costose, con un'inflazione annua a +1,6 per cento, la più alta d'Italia, il Trentino che registra a famiglia un aggravio medio pari a 455 euro su base annua. Segue il Lazio, dove la crescita dei prezzi dell'1,4 per cento, la seconda più elevata, implica un'impennata del costo della vita pari a 342 euro, terza la Liguria, +1,1 per cento e un rincaro annuo di 256 euro. La regione più risparmiosa è la Valle d'Aosta, l'unica regione in deflazione, -0,2 per cento pari a -52 euro, seguita dalla Basilicata (+0,1 per cento, +21 euro). Medaglia di Bronzo per il Molise (+0,4 per cento, +83 euro).