Affitti a Bergamo nel 2022 stabili rispetto all'anno prima: ecco i costi medi per una famiglia
Dal report della Uil, Milano è la più cara, seguita da Roma e Venezia. Il sindacato chiede provvedimenti nella legge di bilancio
Quanto si è speso a Bergamo l'anno scorso per la locazione di un appartamento? Quanto incide sul budget familiare? Adesso possiamo avere le risposte, fornite da un report della Uil e basata sui dati dell'Agenzia delle Entrate: il canone mensile, per un appartamento di cento metri quadrati a Bergamo, nel secondo semestre 2022 era di 640 euro in media, mentre all'anno in totale si sono spesi sui 7.680 euro. Sulle risorse a disposizione di una famiglia, ha inciso per il 23,7 per cento.
Bergamo e la media nazionale
I valori sono tra l'altro rimasti invariati rispetto a quelli dello stesso periodo del 2021, fenomeno che per altre città capoluogo di provincia non è invece avvenuto. La media di Bergamo, per un'abitazione civile (A/2) ed economica (A/3), ubicata in zona semicentrale - tenendo conto che siamo in Nord Italia e la città è cresciuta d'importanza -, era più alta rispetto a quella nazionale: 570 euro mensili, pari a 6.840 euro annui e un'incidenza sul budget familiare del 21,1 per cento. L'aumento è stato di 240 euro all'anno, pari al 3,6 per cento.
Le città più care
Se invece si va a vedere la top ten dei centri più cari, al primo posto con poca sorpresa c'è Milano, con un canone mensile di 1.570 euro, pari a 18.840 euro all'anno, con un'incidenza sulle disponibilità di un nucleo medio del 58,1 per cento. Al secondo posto Roma, con 1.530 euro, pari a 18.360 euro annui (incidenza 56,7 per cento) e al terzo Venezia, con 1.080 euro al mese e 12.960 annui (incidenza 40 per cento). Seguono Bologna (960 euro al mese con 35,6 per cento), Bolzano (920 euro con 34,1 per cento) e Como (890 euro con 33 per cento). Dopo di queste arrivano Modena (860 euro, incidenza 31,9 per cento), poi Firenze (850 euro con 31,5 per cento), Rimini (820 euro e 30,4 per cento) e infine Lodi (810 euro e 30 per cento).
I rilievi dei sindacati
Per il coordinatore della Uil Bergamo, Pasquale Papaianni, la questione affitti è un tema attuale: «La provincia orobica, per via delle risorse e disponibilità occupazionali che detiene, è particolarmente esposta a questa problematica». Al netto dei normali residenti, infatti, si conta un esercito di lavoratori provenienti da altre regioni, i cui costi per la locazione di un appartamento richiedono, in base a un calcolo fornito dal Presidente Unione nazionale inquilini ambiente e territorio-Uniat Bergamo Carmelo Quaranta, intorno ai 2.700 euro iniziali per il pagamento, ad esempio, di tre mensilità come cauzione, una mensilità da versare all’agenzia immobiliare e i vari costi per la registrazione del contratto di affitto.
Se questi vengono spalmati su dodici mensilità, vanno ad innalzare il costo mensile dell’affitto di 225 euro che, aggiunti ai circa 640 euro di spesa mensile, raggiungono gli 865 euro per mese, che innalza fino al 32 per cento (da quel 23,7 per cento iniziale) l’incidenza sul budget familiare: circa un terzo del guadagno totale. Per ovviare in parte a questa problematica, entrano in scena i contratti di locazione convenzionati, in cui l'importo del canone di affitto è calcolato in base agli indicatori contenuti nell’accordo territoriale tra sindacati degli inquilini e associazioni dei proprietari.
«Si pone anche la necessità di adeguare i salari e le pensioni al costo reale della vita, a partire già dalla prossima legge di bilancio, per la quale risultano necessari provvedimenti che affrontino, in modo strutturale, il tema dell’abitare e del diritto alla casa - ha concluso Papaianni -. Occorrono risorse adeguate a un piano di medio e lungo periodo, che sia in grado di incrementare, in modo consistente, gli alloggi di edilizia residenziale pubblica e di aumentare sensibilmente le risorse del fondo per il sostegno agli affitti e per la morosità incolpevole».