Altroconsumo: «I buoni pasto siano convertiti nel corrispettivo in busta paga»
L’associazione propone al Governo una legge per rendere esentasse le indennità di mensa, alzandole inoltre dal massimo di 5,29 euro fino a 8-10 euro
Altroconsumo ha lanciato una petizione online, per chiedere al Governo una legge che consenta alle aziende la conversione dei buoni pasto nel corrispettivo in denaro in busta paga, mantenendo gli stessi benefici fiscali (si può trovare cliccando qui).
Ciò perché, già da diverso tempo, si è riscontrato come Confcommercio, Confesercenti, Federdistribuzione, Coop e Conad siano diventati sempre più insofferenti nei confronti di questa modalità di spesa: infatti, sempre meno realtà accettano i buoni, oppure se lo fanno ci sono restrizioni sul numero (di solito non più di otto), sui giorni della settimana in cui si possono utilizzare (spesso non è possibile nei week-end) e ci sono comunque piccole commissioni per poterli usare.
Modalità che sono del resto comprensibili, se si pensa alle elevate commissioni richieste dalle aziende che emettono buoni, le quali si aggirano tra il 10 ed il 20 per cento del valore del buono. Un fenomeno provocato per ceri versi anche dalle gare al massimo ribasso della Pubblica amministrazione, che portavano queste realtà a rifarsi poi aumentando proprio le commissioni, erodendo in maniera significativa il guadagno degli esercenti. Lo scorso 15 giugno, tale situazione li aveva portati a scioperare, ottenendo un incontro con il viceministro dell’Economia e una promessa di tetto al 5 per cento sulle commissioni. Una soluzione che però, secondo Altroconsumo, non risolverebbe il problema, perché se gli esercenti dovessero persistere nel non accettare i buoni, i lavoratori si ritroverebbero soldi in tasca che non potrebbero spendere.
In pratica, quello che si chiede è di rendere esentasse le indennità di mensa in busta paga, per tutti i dipendenti, fino a un certo valore giornaliero, partendo da 8 euro fino ad un massimo di 10 euro, per rendere il tutto più vantaggioso. Attualmente, la non imponibilità della indennità di mensa vale solo per certe categorie e arriva al massimo fino a 5,29 euro al giorno. Estendendola a tutti, secondo l’associazione, i vantaggi sarebbero enormi ed evidenti per tutti.