il monito dei sindacati

Artigianato: crescono produzione e fatturato, ma i salari sono al palo: «Si rinnovino i contratti»

In Bergamasca si contano circa 26 mila addetti suddivisi in 6.500 imprese artigiane. Chiari (Cgil): «I contratti nazionali dei principali settori»

Artigianato: crescono produzione e fatturato, ma i salari sono al palo: «Si rinnovino i contratti»
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Il settore manifatturiero industriale e artigiano, sia in Lombardia sia in Bergamasca, hanno chiuso il 2021 segnando una sensibile crescita. Tutti gli indici sono positivi e anche nel settore artigiano la crescita è a due cifre, con un aumento del 13,6% della produzione a Bergamo e un fatturato cresciuto del 14,6% in provincia nel quarto trimestre dell’anno scorso.

Eppure, fa notare Angelo Chiari, responsabile del dipartimento Artigiani per la segreteria della Cgil di Bergamo, «i salari dell’artigianato non crescono e i contratti nazionali e regionali di riferimento sono fermi da troppo tempo, addirittura dal 2014».

«La ripresa del comparto artigiano deve portare al rinnovo dei contratti nazionali per i dipendenti artigiani, che in Italia sono circa 2,7 milioni, mentre nella nostra provincia 26 mila suddivisi in 6.500 imprese – prosegue il sindacalista -. Risultano scaduti tutti i contratti nazionali dei principali settori: quello del comparto acconciature-estetica dal giugno 2016, mentre alla fine del 2018 sono scaduti quelli di gomma-plastica, chimica, ceramica e vetro, della grafica editoriale artigiana, del legno e dei lapidei. Sono invece stati rinnovati, ma scadranno quest’anno, i contratti del comparto alimentari e dei metalmeccanici artigiani».

Non va meglio sul fronte del salario aggiuntivo di secondo livello, che nell’artigianato si contratta a livello regionale. «Qui siamo al paradosso - osserva Chiari -. Di fronte ad anni di crescita di produzione e fatturato, i contratti regionali rimangono al palo: sono tutti scaduti a dicembre 2014. Otto anni senza alcun incremento integrativo mostra una mancanza di responsabilità delle parti datoriali nei confronti dei lavoratori, salvo poi lamentare il fatto che non si trovano dipendenti da assumere. Crediamo che non sia più rinviabile l’apertura di una stagione di confronto nei luoghi di lavoro. Deve essere ancora garantita per i prossimi anni una bilateralità in grado di riconoscere prestazioni fruibili, certe e adeguate a tutela dei lavoratori e dei loro familiari, riconfermando risorse sufficienti per pagare tutte le provvidenze oggi previste da Elba, Wila e Sanarti».

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