Report

Bar e ristoranti in Bergamasca, i dati del 2025 tra crisi dei bar e assunzioni over 50

1.576 persone in più del 2024 hanno trovato impiego nel 2024. L'osservatorio fotografa un settore in difficoltà, ma che sa adattarsi

Bar e ristoranti in Bergamasca, i dati del 2025 tra crisi dei bar e assunzioni over 50
Pubblicato:
Aggiornato:

Occupazione e inclusione: questo è quanto genera il settore della ristorazione bergamasca, secondo i dati dell'Osservatorio Fipe (su elaborazione di dati Inps relativi al 2024). Il report evidenzia infatti la capacità del comparto di creare nuove opportunità lavorative: 1.576 persone in più del 2024 hanno trovato impiego nel settore rispetto al 2023. Questo nonostante stia attraversando una profonda trasformazione strutturale e debba fare i conti con il cambiamento delle abitudini di consumo delle famiglie.

Tornando ai dati, particolarmente significativo è quello sull'inclusione lavorativa: il settore sta infatti diventando una vera e propria porta d'ingresso nel mondo del lavoro per uomini e over 50 provenienti da altri settori. Il fenomeno più rilevante riguarda gli over 60, cresciuti del 15,1 per cento.

Con 27.437 lavoratori complessivi nel solo settore dei pubblici esercizi (di cui 65 per cento donne), il comparto presenta caratteristiche occupazionali solide: il 69,5 per cento dei contratti è a tempo indeterminato (11,5 punti sopra la media nazionale) e solo lo 0,8 per cento è rappresentato da lavoratori stagionali, contro il 9,3 per cento nazionale.

Il primo semestre del 2025 e la crisi dei bar

Nel primo semestre del 2025, le imprese della ristorazione (secondo un'elaborazione di Confcommercio Bergamo su dati Fipe-Cruscotto Dataviz al 30 giugno 2025) sono diminuite da 7.161 a 7.119 (-0,6 per cento). In particolare i bar hanno perso 18 insegne, i ristoranti 24, le imprese dell’intrattenimento 4. Sono invece cresciute (di 4 unità, +1 per cento rispetto al primo semestre 2024) le imprese del catering e banqueting.

Tutti gli altri settori perdono terreno: bar –18 (-0,6 per cento), ristoranti con somministrazione -16 (-0,7 per cento), pasticcerie gelaterie –4 (-1,0 per cento) intrattenimento –4 (-7,1 per cento). In particolare, da aprile a giugno 2025, dopo tre trimestri ininterrotti di calo, si registra un leggero recupero del settore in termini di numero di imprese.

Dal 2019 ad oggi il nostro territorio ha perso 446 bar tradizionali (–13,0 per cento). Si è registrato l’aumento di 102 ristoranti (+2,8 per cento, con un rallentamento nelle aperture negli ultimi due anni), mentre le imprese per la fornitura di pasti (catering, mense) sono cresciute a doppia cifra: +38,3 per cento, con 110 imprese.

Appare particolarmente critica la situazione del bar tradizionale di quartiere e di paese. Dal 2019 ad oggi il territorio ha perso 446 bar tradizionali (-13,0 per cento), un dato che assume particolare rilevanza considerando che la provincia di Bergamo, con i suoi 245 comuni e le migliaia di frazioni per lo più montane, rischia di vedere spegnersi l'ultimo presidio di socialità in molti centri storici.

Nonostante le difficoltà, il settore dimostra capacità di adattamento. L'ampliamento dei servizi offerti è la chiave di resilienza: i ristoratori affiancano servizi di catering e organizzazione eventi, i negozi di asporto puntano sul consumo sul posto, pasticcerie e gelaterie diversificano l'offerta. Significativa la crescita del segmento catering e banqueting (+38,3 per cento dal 2019) e l'aumento delle unità locali (+20 per cento dal 2019).

Contratti, lavoratori e assunzioni

I lavoratori dei pubblici esercizi sono stati in media 27.437 di cui 17.839 donne (65,0 per cento) e 9.599 uomini (35 per cento). Le donne rappresentano in Bergamasca quasi 15 punti in più del dato nazionale (50,3 per cento). Il settore del turismo rappresenta uno sbocco lavorativo fondamentale per il territorio: nel 2024 (dati Inps) hanno trovato impiego nel settore 1576 persone in più rispetto al primo semestre 2023.

L’orario di lavoro vede una prevalenza di impiego part time (60.6 per cento), contro il 39,4 per cento full time. Circa la durata del contratto il tempo indeterminato è pari al 69,5 per cento dei contratti, ben 11,5 punti più del dato nazionale (58 per cento). In Bergamasca sono una minima parte i lavoratori stagionali 0,8 per cento contro il 9,3 per cento nazionale.

Gli stranieri impiegati nel settore sono 5.841 pari al 21,3 per cento e il dato è nettamente inferiore al 28 per cento nazionale. Ma le assunzioni sono in crescita, con un dato più che doppio rispetto all’assunzione di italiani, +11,5 rispetto a + 4,7 per cento. Quanto all’età dei lavoratori, oltre agli under 20 che rappresentano il 9,3 per cento (dato più alto di quello nazionale pari all’8,5 per cento); le fasce più avanzate, 40-50 anni, 50-60 anni e sopra i 60 anni vedono percentuali maggiori di quelle nazionali.

«La ristorazione, che ha conosciuto una stagione straordinaria dopo la pandemia, oggi fa i conti con la perdita di potere d'acquisto delle famiglie, che non possono permettersi di mangiare fuori casa come prima - sottolinea Petronilla Frosio, presidente del Gruppo Ristoratori Confcommercio Bergamo -. E dal lato impresa, i costi, dall’energia alle materie prime, continuano a crescere, riducendo marginalità. Quanto al personale, il settore da anni fa i conti con una vera e propria emergenza nel reperire nuove leve. Capita sempre più spesso di assumere persone over 50, non in cucina, ma in tante altre mansioni, dal lavapiatti alla logistica, al lavoro su turni, magari anche come secondo impiego o integrazione al reddito».