Benzina e gasolio costeranno alle famiglie 366 euro in più all’anno
Sparisce il taglio alle accise. La stima di Assoutenti, l’allarme dei benzinai e delle associazioni dei consumatori
Un nuovo aumento dei carburanti preoccupa consumatori e famiglie in questi primi giorni del 2023: il governo Meloni, infatti, ha deciso di non prorogare il taglio alle accise, già oggetto di riduzione a inizio dicembre scorso. Ciò significa che, oltre ai 12,3 centesimi in più che avevano causato rincari l’ultimo mese del 2022, si aggiungono anche i 18,2 centesimi rimanenti per lo “sconto” statale agli automobilisti tartassati.
Il fatto è riportato oggi (martedì 3 gennaio) dall’Eco di Bergamo: facendo i calcoli, significa che una famiglia spenderà in media, secondo Assoutenti, facendo due pieni al mese, 366 euro in più all’anno. Questo perché, tolto anche l’ultimo taglio alle accise ridotto, un pieno da 50 litri di benzina e gasolio costerà 9 euro in più, ma se si conta anche la riduzione di dicembre si arriva a 15 euro. Adesso i gestori temono un calo degli affari, mentre le associazioni dei consumatori lanciano l’allarme per le possibili ripercussioni su famiglie e trasporto merci.
Il presidente del gruppo distributori di carburanti di Ascom Confcommercio Bergamo, Renato Mora, pur mostrandosi preoccupato per l’aumento dei prezzi, che ha portato diversi utenti a fare la corsa al pieno l’ultimo dell’anno, prima che scattasse l’incremento dei costi, ha fatto alcune precisazioni. Innanzitutto, il provvedimento del governo Draghi era entrato in vigore dopo che benzina e gasolio avevano raggiunto i 2,2 euro al litro. Nelle ultime settimane, invece, i prezzi sono scesi arrivando quasi alle cifre di inizio 2021. Con il ritorno della tassa piena, si pagherà in media 1,8 euro al litro, mentre per il metano da trasporto rimane l’Iva agevolata al 5 per cento.
Secondo Mina Busi, presidente di Adiconsum Bergamo, l’esecutivo avrebbe disatteso le promesse fatte in campagna elettorale togliendo il taglio alle accise e impattando, di conseguenza, su quello al cuneo fiscale, che avrebbe dovuto ammortizzare le spese che gravavano sui lavoratori e le loro famiglie. A proposito delle 16 accise, che costituiscono il 48 per cento del costo della benzina con 0,72 euro ed il 43,5 per cento di quello del metano con 0,62 euro, Busi ha fatto notare l’aggravio dell’Iva secondo un meccanismo ritenuto assurdo ed inspiegabile.
Christian Perria, presidente di Federconsumatori, ha fatto presente che l’anno non cominciava nel migliore dei modi, dopo le promesse fatte in campagna elettorale, ed ha inoltre messo in guardia per un possibile aumento del prezzo delle merci trasportate su gomma.