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Bergamo, mazzata energia: più 14,9%! Tutto costa il 3,5% di più rispetto al 2020

In aumento anche prodotti alimentari, vestiti e servizi; in calo invece trasporto passeggeri, servizi sanitari, cultura e ristorazione

Bergamo, mazzata energia: più 14,9%! Tutto costa il 3,5% di più rispetto al 2020
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Nel mese di novembre, l'indice dei prezzi al consumo per la collettività a Bergamo cresce dello 0,4 per cento. Il tasso tendenziale (cioè la variazione percentuale rispetto allo stesso mese dell’anno precedente) è del +3,5 per cento, rispetto al +2,9 per cento del mese scorso.

Settori in aumento

La variazione più importante si riscontra nella divisione “Istruzione”, con un indice di +2,5 per cento, causata dall’aumento dei costi per la scuola dell'infanzia e l'istruzione primaria. Si rileva un aumento dell'1,8 per cento per le spese legate alla propria abitazione e per acqua, energia elettrica, gas e combustibili. Questo rincaro è dovuto soprattutto al capitolo "Energia elettrica", che registra addirittura un +14,9 per cento e a quello "Gasolio per riscaldamento", con un +3,2 per cento.

Crescono di un punto percentuale i “Trasporti”. In particolare, si evidenzia l'incremento del 3 per cento di "Carburanti e lubrificanti per mezzi di trasporto privati". Si aggiunge il +5,3 per cento per gli altri servizi relativi ai mezzi di trasporto privati, mentre diminuiscono i prezzi del "Trasporto passeggeri su rotaia" (-6,1 per cento), "Trasporto aereo" (-5,3 per cento) e "Trasporto marittimo/navale" (-3,2 per cento).

Si riscontra, infine, una crescita più moderata per "Prodotti alimentari e bevande alcoliche" (+0,4 per cento), "Abbigliamento e calzature" (+0,2 per cento) e "Altri beni e servizi" (+0,1 per cento).

Settori in calo

Scende del 2,2 per cento il settore “Comunicazioni” a causa di "Apparecchi telefonici e telefax". Sono in moderato calo anche "Bevande alcoliche e tabacchi" (-0,2 per cento), così come "Mobili, articoli e servizi per la casa" (-0,2 per cento), “Servizi sanitari e spese per la salute” (-0,1 per cento), “Ricreazione, spettacoli e cultura” (-0,1 per cento) e “Servizi ricettivi e di ristorazione” (-0,2 per cento). In diminuzione anche i servizi di alloggio (-2 per cento).

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