Black Friday e inflazione, consumi in calo. E i negozi soffrono la concorrenza del web
Prevista una spesa di oltre 68 milioni di euro in Bergamasca, budget a famiglia tra i 120 e i 160 euro
Tra mail, promozioni e messaggi, ci si proietta verso il weekend di sconti per il Black Friday e, per acquisti hi-tech, per il Cyber Monday di lunedì. Caro energia e inflazione impongono maggiore attenzione alle spese, ma tra offerte e promozioni, Ascom Confcommercio Bergamo stima, sulla scorta delle previsioni di spesa del rapporto di ricerca affidato a Format Research, un budget che oscilla tra i 120 e i 160 euro a famiglia.
La spesa prevista in provincia di Bergamo sarà quindi di oltre 68 milioni di euro (68.150.000 euro; il dato è ricavato da una media di spesa di 145 euro per 470.000 famiglie orobiche). Quest’anno si preannuncia un Black Friday più morigerato nei consumi rispetto all’anno scorso, quando il weekend lungo di sconti esplose per effetto del primo ritorno alla normalità dopo un anno di restrizioni; la stima è inferiore anche al dato pre-Covid.
La spesa media del 2021 era compresa tra i 130 e i 180 euro, decisamente al di sopra del pre-pandemia, con i 120-170 euro del 2019. In attesa dei dati sui consumi effettivi di queste settimane, Ascom prevede un aumento della percentuale di coloro che rinunceranno al Black Friday e anche ai regali di Natale. Rispetto al 2021 aumenterà di 5 punti la percentuale di coloro che non acquisterà regali: il 17 %, contro il 12% dello scorso anno. Si prevede una crescita di tre punti anche degli indecisi, che salirà al 38% (contro il 34,9% del 2021).
Nel periodo della “settimana nera” si prevede un calo generale degli acquisti, dal numero di clienti allo scontrino, a danno soprattutto dei canali tradizionali di vendita: «Temiamo che quest’anno, mentre terrà la percentuale degli acquisti on line, che potrebbe anche salire al 75% degli acquirenti nella settimana del Black Friday e del Cyber Monday, ci sarà invece una riduzione delle persone che utilizzeranno i canali più tradizionali, negozi di vicinato (21%), distribuzione organizzata (20%) e centri commerciali (35%) - sottolinea Oscar Fusini, direttore Ascom Confcommercio Bergamo -. Sul web la spinta dei grandi brand e delle piattaforme di commercio stia preparando i clienti a sconti molto forti, anche dal 50 al 75%, percentuali che non sono assolutamente sostenibili per nessun canale tradizionale di vendita».
La preoccupazione di un duro colpo alla rete dei negozi tradizionali in favore del web è molto forte per l’associazione commercianti: «Guerra e caro energia stanno impoverendo ulteriormente molte famiglie bergamasche, oltre a frenare gli acquisti anche di chi non ha problemi economici- continua Oscar Fusini-. Questa situazione rischia di spostare per necessità intere fasce di consumatori verso i canali digitali, più di quanto non abbia fatto la pandemia, peraltro in ambienti di acquisto nei quali le possibilità dei controlli e le tutele contro le truffe sono limitati».