Calano i disoccupati in provincia grazie al lavoro femminile. Ma il 60% degli inattivi sono donne
Il numero degli occupati in possesso di una laurea è in aumento, ma siamo al di sotto della media regionale
Aumenta l'occupazione in Bergamasca, mentre cala la disoccupazione grazie alla componente femminile. In crescita però anche gli inattivi, dei quali tre su cinque sono donne. Il numero degli occupati in possesso di una laurea è in aumento, ma siamo al di sotto della media regionale. Questo il quadro tracciato dalla Camera di Commercio di Bergamo, sulla base di dati Istat del 2023, confrontati con quelli dei precedenti quattro anni.
Calano i disoccupati, ma aumentano gli inattivi
Le forze di lavoro, cioè la somma delle persone occupate e di quelle disoccupate, superano il mezzo milione (505.700), in lieve calo rispetto all’anno precedente. Questo si deve ai disoccupati che sono calati rispetto al 2022, riportando il valore inferiore degli ultimi cinque anni, mentre gli occupati, pari a 491mila, sono aumentati. D’altro canto la platea degli inattivi, di 15 anni o più, sale a 445.600, riportando una crescita di 4.900 unità rispetto all’anno precedente. Gli inattivi tra i 15 e i 64 anni sono invece 214mila, di cui il 60 per cento donne. Il tasso di occupazione nella stessa fascia d'età, ovvero il rapporto tra occupati e popolazione attiva, aumenta lievemente registrando un 67,8 per cento.
Più ragazzi trovano lavoro
Il tasso di disoccupazione per la fascia d’età tra i 15 e i 74 anni è sceso al 2,9 per cento, con livelli inferiori alla Lombardia (4 per cento) ed all’Italia (7,7 per cento). A determinare il calo è la componente femminile (-1,1 per cento rispetto al 2022). La disoccupazione dei giovani tra 15 e 24 anni è calata invece al 12,6 per cento, mentre è aumentato a 2,8 per cento il tasso riferito alla fascia di età tra 25 e 34 anni.
Il tasso di attività, ovvero il rapporto tra le forze di lavoro e la corrispondente popolazione di riferimento, cala a 69,8 per cento nella fascia d’età tra i 15 e i 64 anni. Alla diminuzione contribuisce principalmente la componente femminile (-1 per cento rispetto al 2022), mentre quella maschile registra un aumento (+0,7 per cento). Il tasso di inattività, ovvero il rapporto tra gli inattivi e la corrispondente popolazione di riferimento, si attesta a 30,2 per cento tra i 15 e i 64 anni. Il dato provinciale è superiore a quello regionale (27,8 per cento) ma inferiore a quello nazionale (33,3 per cento).
Aumento degli indipendenti con licenza media
Il lavoro dipendente diminuisce del -0,2 per cento rispetto all’anno prima. Al contrario, il lavoro indipendente guadagna terreno con un +3,3 per cento delle posizioni. Il 90 per cento degli occupati ha un contratto a tempo indeterminato, mentre il restante 10 per cento ha un contratto a tempo determinato. Inoltre, l’85 per cento degli occupati lavora a tempo pieno e il 15 per cento a tempo parziale.
Circa il titolo di studio, il 45 per cento degli occupati ha il diploma di scuola media superiore. A seguire la licenza di scuola media (40 per cento) e, infine, la laurea e i titoli di specializzazione (15 per cento) e quest'ultimo dato è di molto inferiore rispetto al valore regionale (24 per cento). Rispetto all’anno precedente, sono stati gli occupati con licenza media a crescere maggiormente (+4 per cento), seguiti da quelli con laurea e titoli post laurea e dal diploma di scuola media superiore, aumentati entrambi del 2 per cento.