spending review

Caro bollette e timori per la guerra: 8 su 10 tagliano le spese di bar, viaggi e abbigliamento

Secondo un sondaggio Ipsos per Confesercenti un italiano su due valuta di fare scorte dei beni primari, soprattutto a lunga conservazione

Caro bollette e timori per la guerra: 8 su 10 tagliano le spese di bar, viaggi e abbigliamento
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I costi in bolletta lievitano e i timori legati alla guerra in Ucraina aumentano, così italiani e bergamaschi tagliano i consumi ritenuti “superflui”. Un sondaggio condotto da Ipsos per conto di Confesercenti stima che otto italiani su dieci, per far fronte alla stangata in arrivo, legata ai costi delle utenze domestiche, dimezzeranno il budget destinato alle voci di spesa non essenziali, in particolare in ristoranti e bar, viaggi e abbigliamento.

Allo stesso tempo, quasi un italiano su due valuta di fare scorte dei beni primari, in particolare quelli alimentari, per paura di un rialzo improvviso dei prezzi o di un’interruzione delle forniture. Complessivamente solo il 9 per cento del campione di consumatori intervistati affronterà il caro-bollette senza battere ciglio: il restante 91 per cento adotterà qualche strategia di risparmio, arrivando a tagliare in media il 55 per cento del budget previsto per le altre spese, quota che sale al 59 per cento nelle regioni del Sud e delle Isole.

«È un comportamento che stiamo registrando anche noi in queste settimane e che è omogeneo su ognuno dei nostri punti vendita – conferma Nicola Rotasperti, della giunta di Confesercenti e titolare dei punti vendita Conad di Almenno San Bartolomeo, Almé e Bergamo -. Riscontriamo un aumento delle vendite in alcune famiglie alimentari, soprattutto rispetto ai prodotti di lunga conservazione come legumi, pasta e passate, cresciuti del 30 per cento circa. Parallelamente i clienti sono più attenti alle offerte. Gli unici prodotti su cui si nota una leggera difficoltà sono gli oli, il cui approvvigionamento sta rallentando, anche se non in maniera tale da farci ipotizzare un tetto massimo nelle quantità acquistabili».

Cosa si taglia

A rimetterci sono soprattutto le cene e pranzi fuori casa, e persino il rito del caffè ne sta risentendo. In cima alla classifica della revisione di spesa dei nostri concittadini, infatti, ci sono le consumazioni nei ristoranti, indicate come voce da tagliare dal 67 per cento del campione. Seguono le spese riguardanti l’abbigliamento e gli accessori (53 per cento) e quelle al bar (49 per cento). Ma a soffrire è anche il turismo: il 47 per cento degli intervistati indica la volontà di ridurre il budget per le vacanze, mentre un ulteriore 37 per cento taglierà anche i viaggi brevi, con meno di due pernottamenti fuori casa. Inevitabilmente, la scure della spending review cala anche su attività di intrattenimento (spettacoli, musica, videogiochi, “tagliati” dal 47 per cento dei consumatori), acquisti di tecnologia (38 per cento) e spostamenti con mezzi privati (35 per cento).

L’assalto agli scaffali

Circa un italiano su due (il 49 per cento in media, con punte del 57 per cento nel Sud Italia) ammette di stare valutando, o addirittura di aver già fatto scorta di beni primari. Gli obiettivi dell’assalto agli scaffali di discount e negozi alimentari sono soprattutto pasta e riso, indicati dal 66 per cento di chi valuta scorte, ma anche prodotti in scatola (48 per cento), legumi (41 per cento), acqua e bevande (36 per cento), surgelati (28 per cento) e medicine (26 per cento). A spingere all’accaparramento è il timore di un forte aumento dei prezzi in arrivo sull’onda del conflitto russo-ucraino (61 per cento) o addirittura di un’interruzione delle forniture (39 per cento).

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