È scontro

Centri commerciali aperti a Santo Stefano, la Cisl attacca: «Emergenza per tutti, non per loro»

Il sindacato critica anche i Comuni e chiede di istituire «un tavolo di confronto a tutela della salute, del lavoro e della collettività»

Centri commerciali aperti a Santo Stefano, la Cisl attacca: «Emergenza per tutti, non per loro»
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In vista dello shopping natalizio è ancora scontro a distanza tra i sindacati e le direzioni dei grandi centri commerciali della Bergamasca. In particolare Fisascat Cisl, ribadendo la propria contrarietà in merito alla decisione di mantenere aperte le grandi strutture di vendita a Santo Stefano, chiede che possa essere istituito «un tavolo di confronto e di progettualità a tutela della salute, del lavoro e della collettività».

«Le direzioni di Oriocenter, Le due Torri, Alle Valli e le rispettive Amministrazioni comunali, nello specifico Orio al Serio, Azzano San Paolo, Stezzano e Seriate – commenta Monica Olivari, della segreteria bergamasca di Fisascat Cisl -, hanno di fatto ignorato il grido d’allarme del nostro sindacato in merito all’altissimo rischio correlato agli assembramenti,  vista la mole di persone che si riverserebbe negli spazi commerciali, con reali conseguenze per la salute di tutte le persone coinvolte, dai lavoratori  ai clienti. Eppure, nella lettera inviata, avevamo sottolineato come i casi di Covid erano e sono in continuo aumento, e tra i 10 comuni con il maggior numero di positività del territorio ci sono proprio quelli dove sorgono i maggiori centri commerciali».

In un comunicato diffuso oggi, mercoledì 15 dicembre, il sindacato sottolinea come già molte amministrazioni abbiano cancellato ogni forma di festa in piazza a Natale e a Capodanno e come i dati epidemiologici dal 7 al 13 dicembre confermino per l’ottava settimana consecutiva la crescita dei decessi e dei contagi in Bergamasca, pari al 38 per cento.

«Si può osservare come da un lato la centralità della persona e della sua salute, tanto rimarcata dalle istituzioni, non trovi assolutamente spazio nel mondo della grande distribuzione – continua la sindacalista - dove la priorità è ancora il profitto ad ogni costo, con l’illusione che le aperture selvagge portino più guadagni, benefici, posti di lavoro e benessere. Dall’altro lato, tutti abbiamo visto nei vari telegiornali nazionali l’esempio di Papa Francesco che, nella ricorrenza dell’Immacolata, ha mantenuto fede alla parola data, premurandosi di tutelare la salute dei fedeli, portando in solitaria alle prime luci dell’alba la sua preghiera alla Madonna. É lampante e abissale la differenza di valori che coesistono nel mondo in cui viviamo».

La Fisascat chiede quindi che si inizi a lavorare per creare un nuovo modello di commercio, moderno e sostenibile, che abbia come base il dialogo tra le parti sociali, i datori di lavoro e le istituzioni. «Un modello che tenga in considerazione i lavoratori e la clientela, non solo come entità produttrice di finta ricchezza, ma soprattutto come persone facenti parti di una comunità».

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