A rischio 40 lavoratori

Chiude la Trèves di Cazzano Sant'Andrea, dichiarati stato d'agitazione e scioperi

Per la Cisl e la Cgil si tratta di una «doccia fredda. Solo poco tempo fa si parlava di straordinari». Braccia incrociate il 24 e 26 aprile

Chiude la Trèves di Cazzano Sant'Andrea, dichiarati stato d'agitazione e scioperi
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Lo stabilimento della Trèves di Cazzano Sant'Andrea verrà chiuso: è stato comunicato ieri (lunedì 22 aprile) ai sindacati e alle Rsu dalla direzione. Lavoro a rischio, dunque, per una quarantina di lavoratori, mentre si intende mantenere aperta la sede di Aprilia, sempre appartenente al gruppo.

Calo della produzione a Mirafiori

La multinazionale ha rilevato la Roi Automotive Technology Srl nel 2021, è attiva nella produzione di tappetini e cappelliere per auto ed ha, come cliente principale, Stellantis. Dalle dichiarazioni dell’azienda, la prospettiva di chiusura è supportata dall’attuale calo dei volumi produttivi di Mirafiori e dallo spostamento dell’asse dei progetti acquisiti da Treves Italia sugli stabilimenti Stellantis di Melfi, Cassino e Pomigliano, che scontano una lontananza geografica con il polo produttivo bergamasco.

La prospettiva risulta quindi essere quella di una chiusura dei contratti in somministrazione entro la fine del mese e una chiusura dello stabilimento di Cazzano alla fine di luglio. Seguirà, sino alla fine dell’anno, una cassa integrazione straordinaria per chiusura attività, accompagnata da incentivi all’esodo e politiche attive per la ricollocazione.

Preferibile contratto di solidarietà

«Siamo ben consapevoli delle ricadute del calo di volumi di Mirafiori ma, al tempo stesso, riteniamo che l’incertezza attuale dell’andamento dell’automotive e del suo indotto porti necessariamente a dover fare delle valutazioni ben più caute - hanno dichiarato Milena Occioni di Femca Cisl e Giuseppe Errico di Filctem Cgil -. Ad oggi, ci risulta, che Mirafiori stia utilizzando un contratto di solidarietà. Avremmo ritenuto più congruo utilizzare lo stesso strumento anche per Treves Italia, tanto più che la produzione relativa alla Panda sta continuando a buon regime, con volumi aumentati al limite della capacità produttiva bergamasca».

Per i sindacalisti, inoltre, continuano poi ad evidenziare ulteriori criticità: «È stata una doccia fredda per i dipendenti, tanto più che poco più di un mese fa il responsabile dell’impianto di Cazzano parlava di un forte incremento degli straordinari e di una prima valutazione del ciclo continuo. In quell’occasione si è chiesto ai lavoratori un impegno per rispettare le scadenze con i clienti e rispondere ad un nuova politica di magazzino. Ed oggi la situazione viene mostrata come completamente invertita».

Chiesti ammortizzatori sociali

«Quella che ci hanno prospettato oggi – hanno concluso Occioni e Errico - è una decisione che viene da lontano, senza rispettare quelle logiche di responsabilità sociale che dovrebbero legare l’imprenditore al territorio. E in questo caso ancor tanto più grave perché impatta con molti lavoratori con decennali anzianità di servizio che, dopo aver collaborato per l’azienda per anni, si trovano a pochi anni dalla pensione, senza però poterla raggiungere con due anni di Naspi, a guardare a un futuro molto incerto. Ci auguriamo che il Gruppo Treves possa rivalutare la sua posizione e, dopo un analisi più strutturata dei dati, decida di utilizzare ammortizzatori sociali che consentano la ripresa delle attività produttive».

Intanto, l’assemblea dei lavoratori, riunita in sessione straordinaria la scorsa serata, ha votato all’unanimità l’apertura dello stato di agitazione con la proclamazione di un primo pacchetto di scioperi, che inizieranno con l’intera giornata di mercoledì 24 e venerdì 26 aprile. Tutti i lavoratori saranno presenti anche alla manifestazione del primo maggio a Bergamo.

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