Mesi di preoccupazioni

Chiusura dello stabilimento Casadio di Ghisalba, il 3 settembre un’altra ora di sciopero

I vertici del Gruppo hanno annunciato la cessazione della produzione nello stabilimento bergamasco entro fine anno. Sono 46 i dipendenti coinvolti

Chiusura dello stabilimento Casadio di Ghisalba, il 3 settembre un’altra ora di sciopero

Dopo il primo pacchetto di otto ore di sciopero spalmato sui giorni del 30 e 31 luglio e 1 agosto, il personale della Casadio di Ghisalba, storica realtà del Gruppo Cimbali specializzata nella produzione di macchine per caffè espresso professionali e macina-dosatori, ha annunciato oggi (1 settembre) un’altra ora di sciopero, in programma per mercoledì 3 settembre dalle 10 alle 11.

Il nuovo sciopero

La protesta (che prevedrà anche un presidio antistante l’azienda) è stata indetta in concomitanza con l’incontro sindacale fissato con la direzione aziendale, durante il quale Fim Cisl e Fiom Cgil, insieme alla Rsu, chiederanno ai vertici di rivedere la decisione annunciata di chiudere lo stabilimento entro la fine dell’anno.

I rappresentanti sindacali spiegano: «In quell’incontro saremo fermi nella convinzione di tenere il sito di Ghisalba ancora aperto, laddove l’azienda arrivasse ancora con l’idea di delocalizzare la produzione in altre sedi del Gruppo Cimbali. Chiederemo di rivedere il piano industriale per garantire continuità ed evitare disagi alle lavoratrici e ai lavoratori di Casadio».

Un fulmine a ciel sereno per i 46 dipendenti

Attualmente, la sede di Ghisalba impiega 34 dipendenti diretti e 12 lavoratori interinali. La notizia della chiusura del sito bergamasco era giunta come un fulmine a ciel sereno a metà luglio, quando i vertici dell’azienda annunciarono la decisione di cessare la produzione a Ghisalba entro la fine del 2025, con conseguente trasferimento del personale in altre sedi del gruppo, situate a Cappella Cantone (Cremona), Binasco (Milano), in Veneto, in Svizzera e in Francia. I lavoratori, pur consapevoli delle difficoltà del settore e della contrazione della produzione, non si aspettavano la chiusura di uno stabilimento attivo da oltre vent’anni.

«Vogliamo segnali chiari sul futuro»

I lavoratori bergamaschi, nella loro protesta, hanno incassato anche il sostegno dei colleghi di altre sedi del Gruppo. I sindacati spiegano che il presidio del 3 settembre rappresenta un momento cruciale: ci si attendono «segnali chiari e concreti sul futuro della sede di Ghisalba e delle 46 persone impiegate nello stabilimento». Al termine dello sciopero è prevista un’assemblea sindacale retribuita per aggiornare le lavoratrici e i lavoratori sull’esito dell’incontro.