Prosegue il clima di forte agitazione sindacale alla Clay-Paky di Seriate, azienda nel settore dell’illuminazione professionale. Dopo il recente incontro con la direzione, le sigle Fim Cisl e Fiom Cgil hanno annunciato uno sciopero per il prossimo giovedì 11 dicembre, con presidio davanti ai cancelli dello stabilimento.
Annunciati altri licenziamenti
L’appuntamento tra sindacati e vertici aziendali avrebbe dovuto chiarire la nuova organizzazione interna e presentare il rinnovato organigramma. La discussione ha invece preso una piega inattesa: la Direzione ha comunicato l’interruzione dei rapporti di lavoro con diciotto operai somministrati nell’area produttiva, che si aggiungono agli otto già annunciati nelle scorse settimane.
La richiesta delle organizzazioni sindacali era quella di ottenere garanzie concrete sul futuro produttivo del sito di Seriate, attraverso l’assegnazione di nuove commesse oltre al modello K25 Fx, che comunque non entrerà in produzione prima di settembre 2026.
Secondo i sindacati, la risposta è stata un netto rifiuto: l’azienda avrebbe confermato l’intenzione di non investire più sull’area produttiva locale, sia nel breve che nel lungo periodo, spostando la futura produzione negli stabilimenti cinesi del gruppo Ek.
Sciopero di due ore
«Riscontriamo come, in questi anni, il management si sia concentrato sempre di più nel valorizzare i prodotti fatti esternamente, rispetto ai prodotti destinati alla produzione interna – hanno dichiarato i sindacalisti -. L’azienda ha deciso di destinare la futura produzione agli stabilimenti di Ek in Cina, facendo così venir meno qualunque garanzia occupazionale per l’imminente futuro dell’area produttiva».
A questo si aggiunge, denunciano le sigle, il rifiuto della Direzione di poche settimane fa ad aprire un confronto alla presenza della casa madre Ek. Di fronte a scelte giudicate dai sindacati unilaterali e inaccettabili, con il rischio di pesanti ricadute occupazionali e sociali, Cisl e Cgil, insieme alla Rsu, hanno deciso di proclamare due ore di sciopero per giovedì, dalle 10.30 alle 12.30. Un segnale forte in un momento che, per i lavoratori, si annuncia di grande incertezza.