Trascinati dal cibo

Come va il commercio a Bergamo? Il centro rivive fra pizze napoletane e cucina fusion

La ristorazione sta salvando le attività cittadine, ma a ben vedere le cose non vanno poi così male neppure per i negozi di vicinato

Come va il commercio a Bergamo? Il centro rivive fra pizze napoletane e cucina fusion
Pubblicato:

di Andrea Rossetti

Non solo di sicurezza e parcheggi è fatta la campagna elettorale di Bergamo. Questi sono stati, finora, i temi più dibattuti dai principali candidati, Elena Carnevali e Andrea Pezzotta. Ma c’è ancora tempo (si voterà l’8 e il 9 giugno) per tutto il resto - si spera -. E sicuramente anche il commercio diverrà un tema caldo.

Del resto le opposizioni, in questi anni, non hanno mai nascosto il loro malcontento per come il sindaco Giorgio Gori, che ha anche la delega al commercio, ha gestito le politiche di settore. L’ultimo “scontro” in Consiglio c’è stato a dicembre, quando il leghista Alberto Ribolla ha puntato il dito contro la Giunta a fronte dell’elevato numero di locali sfitti in città.

Una ricerca di Confcommercio Imprese per l’Italia di Bergamo (ex Ascom) di quei giorni, in realtà, sottolineava solamente le difficoltà dei commercianti: quasi sei imprese su dieci (il 59 per cento) hanno registrato, nell’ultimo anno, un aumento del canone di locazione; un’impresa bergamasca su due dichiara di faticare a sostenere le spese di affitto, mentre una su tre dichiara di valutare il trasferimento in caso di ulteriori incrementi.

La “classifica” dei locali sfitti

Parlando di locali vuoti in città, l’ultimo dato ufficiale disponibile risale al 2021, quando è stata fatta una grande mappatura delle tipologie di attività presenti a Bergamo in occasione degli studi preliminari alla redazione del nuovo Pgt. Il dato finale parlava di una media del 15 per cento circa di spazi sfitti, una quota considerata «fisiologica» dagli esperti.

La situazione, però, varia da zona a zona della città. Secondo questi dati, i quartieri di Bergamo più colpiti dal fenomeno sono Santa Caterina e Pignolo basse, con una media di locali sfitti del 32,1 per cento.

Negli ultimi tre anni, le cose sono molto cambiate, soprattutto in via Pignolo, ma non ci sono al momento dati ufficiali a supporto di questa valutazione prettamente empirica. Altre aree cittadine che al 2021 presentavano una percentuale di locali sfitti superiore al 20 per cento sono (...)

Continua a leggere sul PrimaBergamo in edicola fino a giovedì 14 marzo, o in edizione digitale QUI

Commenti
Matte

@Epis: E perchè dovremmo credere a lei? In base a quali dati? Cosa c'entra il covid sulla presenza di imprese sul territorio? Strano che il centro sia morto, visto che si parla (con dati alla mano) di forte turismo e di nuove attività, ma ovviamente, fa più rumore un albero che cade di una foresta che cresce. @Gabriella: il mondo è in continua evoluzione, se per quello, secoli fa bergamo era una spianata di terre, quindi? Non è certo colpa di Gori se la gente va nei centri commerciali. L'articolo parla di affitti troppo alti

GIUSEPPE EPIS

Era meglio, se provavate a fare un giro e contavate i negozi chiusi in centro. I dati del 2021 non hanno alcun senso l'anno post covid era commercialmente sballato e da allora, é un era geologica diversa, commercialmente. Il centro é morto, basta girare a piedi

Gisella

Il centro fa fatica perché ci sono sempre meno clienti e spese sempre più alte, per venire in centro a fare shopping bisogna spendere parecchio per il parcheggio e camminare tanto, l'amministrazione attuale ha fatto di tutto per spingere i clienti verso i centri commerciali, ha tolto tanti parcheggi liberi, una sfilza di lavori eseguiti in contemporanea e poi se decidi di usare i mezzi pubblici devi attraversare la pericolosa zona stazione, chiunque prenderebbe altre strade, questo problema va affrontato con serietà altrimenti tra un po' diventerà una città deserta senza vetrine e commercianti che tengono pulita e dignitosa questa città.

Seguici sui nostri canali