Una cauzione di neanche quaranta euro è il motivo per cui una coppia di 75enni, residenti nella Bergamasca, vivono al freddo da oltre una settimana: la società energetica con cui avrebbero attivato un contratto (anche se loro negano di aver mai fatto la procedura), per un ritardo nei pagamenti, ha semplicemente deciso di staccargli il gas.
Il buon senso contro «un muro di gomma»
Adesso, la coppia di pensionati ha deciso di rivolgersi ad Adiconsum Bergamo, anche perché si è trovata in serie difficoltà sia nel rescindere l’accordo, sia nel contattare qualcuno per chiarire la questione e ripristinare la fornitura.
I due utenti, che non sono neanche in perfette condizioni di salute, non possono nemmeno cucinare, il tutto per un’incomprensione dovuta al mancato pagamento (che non sarebbe neanche del tutto dovuto, secondo Adiconsum) di una cauzione di 39,90 euro. L’ente a tutela dei consumatori ha già avviato una serie di iniziative e proteste per tentare di dirimere la situazione, ma ha dichiarato che «al momento un muro di gomma ha respinto ogni tentativo di ripristinare il buon senso».
I dubbi sul contratto e i costi in fattura
La storia ha avuto inizio il 14 luglio scorso, quando la coppia ha ricevuto una e-mail sul proprio cellulare dall’Agf, una ditta a loro sconosciuta, che la informava che il contratto del gas era stato attivato. Consapevole di non aver disposto alcun cambio di gestione, il marito della coppia ha chiamato subito per chiedere spiegazioni e una copia del contratto, che la società sostiene sia stato fatto telefonicamente.
Il 25 agosto, il cliente ha ripristinato il servizio col precedente gestore, in quanto con Agf era impossibile dialogare. A settembre ha ricevuto però la prima fattura della società, relativa al mese di agosto, che ammontava a 73,79 euro.
Una cifra giudicata tra l’altro eccessiva, per un mese di gas in periodo estivo. Il consumatore, allora, ha iniziato a pensare che ci fosse qualcosa che non quadrava e si è rivolto ad Adiconsum, che ha inviato una pec per chiedere copia del contratto mai ricevuto, per conoscere le condizioni contrattuali (che non sarebbero mai state ricevute, nonostante le richieste). A tutt’oggi, però, il contratto non sarebbe ancora stato recapitato.
I giri burocratici e i sigilli al contatore
Gli anziani nel frattempo hanno regolato la fattura di agosto, togliendo la cauzione di 39,90 euro, pensando di avere ormai chiuso il contratto con Agf, in quanto il cliente aveva chiesto il rientro a Metano Nord. La pendenza in essere riguardava tuttavia proprio questa cifra da pagare, non il costo del gas. A ottobre, tra l’altro, Metano Nord li aveva avvisati che il contratto era stato annullato, perché era subentrato un nuovo fornitore: ovviamente (ma non per loro), si trattava di Agf.
Il 14 novembre, poi, il cliente è ritornato alla Metano Nord, per chiedere la riattivazione di un nuovo contratto, che dovrebbe avere inizio il primo gennaio 2026. Sono state quindi pagate tutte le fatture del gas fornito dall’Agf ma, senza preavviso, Il 2 dicembre sono stati posti i sigilli al contatore.
«Le innumerevoli chiamate ad Agf, di fatto, hanno impedito di interloquire perché scattava sempre la segreteria – ha raccontato Mina Busi, presidente di Adiconsum Bergamo -. Dal 2 dicembre la famiglia rimane al freddo, senza possibilità di cucinare. Abbiamo interpellato Agf, che continua a sostenere lo stato di morosità e per questo ha chiuso ogni rifornimento.
Stiamo parlando di una voce relativa a cauzione, non di fornitura gas. Nonostante questo, il 3 dicembre il cliente ha regolarizzato subito i 39,90 euro, con bollettino postale. Da parte nostra, abbiamo inviato al gestore una pec, con copia bollettino pagato, confermando il tutto anche con telefonata».
Società denunciata ad Arera e Agcm
La risposta è stata che, appena verrà registrato dai sistemi, verrà ripristinata l’erogazione del gas. Tuttavia, venerdì 5 dicembre Adiconsum è dovuta intervenire di nuovo, per sollecitare il ripristino, ma è stato di nuovo richiesto l’invio del bollettino di versamento di 39,90 euro, questa volta via Whatsapp, al fine di accelerare la sistemazione. L’associazione dei consumatori in quell’occasione ha rimarcato i gravi disagi, richiedendo nuovamente il contratto, la registrazione telefonica di richiesta di attivazione e la copia degli avvisi di interruzione che preannunciassero i sigilli, che non risultano essere mai stati ricevuti.
«Ad oggi non è ancora stato ripristinato il servizio, nonostante le ripetute assicurazioni – ha spiegato Busi -. Siamo in pieno inverno, con temperature che scendono di notte sotto lo zero, senza possibilità di riscaldarsi né di cucinare cibo. Si tratta di una interruzione di servizio e quindi Adiconsum ha sporto denuncia ad Arera e ad Agcm, mentre il cliente ha regolarmente denunciato l’accaduto ai carabinieri. In attesa di sviluppi e di una soluzione all’interno di una logica civile».