Quadruplicate le vendite

Costano molto, ma le auto elettriche in Bergamasca hanno fatto boom

A luglio 121 nuove vetture contro le 593 benzina e le 240 diesel. Il tallone d'Achille resta l'autonomia, ma ci sono colonnine ovunque

Costano molto, ma le auto elettriche in Bergamasca hanno fatto boom
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di Angelo Bosio

La vendita di automobili elettriche a Bergamo (e in Italia) continua a crescere. Cinque anni fa il numero di vetture interamente elettriche (non semplicemente ibride) in città si contavano sulle dita di una, forse di due mani. Lo scorso anno, durante il mese di luglio, nella Bergamasca furono vendute ventotto vetture di questo tipo e già fu un piccolo record. Quest’anno siamo arrivati a 121 automobili elettriche vendute nel mese di luglio: quattro volte tanto quelle dello scorso anno. È una crescita continua, non solo bergamasca. Le case automobilistiche offrono ormai diversi modelli alimentati a corrente elettrica e con prestazioni notevolissime. Il tallone d’Achille resta l’autonomia, che nei casi migliori arriva a cinquecento chilometri. Difetto relativo, perché le colonnine di rifornimento ormai si trovano con facilità.

Benzina e diesel dimezzate

Diamo un’occhiata alle statistiche di vendita delle automobili a Bergamo. La parte del leone la fanno ancora le auto a benzina: in questo mese di luglio se ne sono vendute 593. Ma attenzione: sono la metà di quelle vendute nel luglio 2020 quando furono ben 1.104! Dimezzate in un anno anche le vendite di automobili diesel: siamo scesi dalle 550 dello scorso anno alle 240 dell’ultimo luglio. Restano stabili le auto alimentate a Gpl e a metano (un centinaio a Gpl, 37 a metano). Invece crescono le automobili ibride elettriche: se ne vendettero 264 durante il luglio 2020, siamo saliti a 485 nel luglio scorso. Delle vetture interamente elettriche abbiamo già parlato: 121 quelle vendute. Colpisce che il numero di auto elettriche vendute sia ormai paragonabile a quello dei modelli tradizionali: 593 vendite per le benzina, 121 per le elettriche. Avanti di questo passo, è possibile che fra un anno le elettriche possano acciuffare le benzina.

Le difficoltà di acquisto

C’è tuttavia da fare notare una difficoltà che riguarda tutto il mercato dell’auto: la difficoltà di acquisto. Come dicono gli esperti, le liste di attesa si fanno sempre più lunghe perché le case automobilistiche fanno fatica a reperire le parti elettroniche delle vetture, i microchip e i semiconduttori necessari per controllare i dispositivi elettronici delle diverse funzioni oggi offerte dalle vetture. L’attesa media per chi ordina un’automobile è di novanta giorni. Dice un esperto del settore: «Credo che questi problemi di reperimento derivino anche dalla difficoltà di trovare alcune materie prime e dai forti rincari di rame e alluminio, per esempio. Sembra che l’aumento dei costi sia dovuto anche al fatto che la Cina abbia fatto incetta di questi materiali».

Ok l’ambiente, ma non troppo

L’incremento forte di vendita di automobili elettriche è una buona notizia per l’ambiente, ma fino a un certo punto. Dice l’esperto: «Ci sono alcune conseguenze da tenere presenti. Un problema sarà lo smaltimento delle batterie che oggi normalmente occupano soprattutto il pianale basso della vettura e sono molto pesanti. Credo che non sia chiaro dove andranno a finire tutte queste batterie che nel giro di qualche anno diventeranno numerose, ingombranti. Le case costruttrici affermano che una batteria dovrebbe garantire l’ottanta per cento della sua efficienza per dieci anni. Un altro problema sono le riparazioni: i motori elettrici sono del tutto diversi dai motori a scoppio, le vecchie officine perderanno gran parte del loro senso. Riparare un motore significherà sostituire delle schede elettroniche, come accade per le lavatrici o per i frigoriferi... Dovrai avere in casa i pezzi di ricambio. Oggi non è ancora così e allora quando si verifica un guasto i tempi di riparazione si fanno lunghi e magari devi fare intervenire l’importatore e i tecnici specializzati. Ci sono auto che restano ferme anche un mese e più per un guasto banale».

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