Allarme rosso

Costo dell'energia fuori controllo, l'impianto Polynt di Scanzorosciate potrebbe fermarsi

L’amministratore delegato Rosario Valido ha spiegato: «Da noi il gas costa dieci volte di più, prodotti fuori mercato»

Costo dell'energia fuori controllo, l'impianto Polynt di Scanzorosciate potrebbe fermarsi
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L’aumento del prezzo dell’energia mette a rischio la produzione della Polynt di Scanzorosciate: a comunicarlo è lo stesso amministratore delegato dell’azienda, Rosario Valido, che ha spiegato come «a causa dei costi del gas enormemente aumentati» potrebbero essere costretti alla chiusura temporanea di alcuni impianti.

Sono circa mille, su un totale di 3.300 sparsi in tutto il mondo, i dipendenti italiani dell’industria chimica produttrice di composti intermedi. Di questi, 450 sono impiegati nel sito di Scanzo, gli altri a Brembate Sopra (80 per la precisione), Ravenna, San Giovanni Valdarno e Cavaglià.

«La situazione ha portato l’azienda a non poter essere più competitiva contro prodotti di importazione che arrivano dall’Asia, dalla Turchia o dalle Americhe, dove il costo del gas è rimasto sostanzialmente invariato, intorno ai 30 dollari, rispetto ai 300 dollari che si pagano da noi», ha spiegato Valido a L’Eco di Bergamo. In pratica, all’estero il metano si paga un decimo di quello che costa qui da noi.

La situazione ha portato alcuni prodotti fuori mercato, ma l’amministratore delegato ha specificato che, pur essendoci la possibilità di utilizzare altre materie prime, le leggi sul territorio nazionale non ne permettono l’utilizzo, mentre in altri Paesi impiegano carbone e altri combustibili fossili molto inquinanti, offrendo un prodotto finito competitivo. Il presidente di Polynt ha esortato politica e parti sociali a trovare una soluzione in questo senso, avviando una discussione seria già da ora in quanto, ha aggiunto, «non possiamo attendere le elezioni perché i conti di molta parte delle aziende saranno saltati».

Come specificato dal Corriere Bergamo, la direzione ha comunque rassicurato che, qualora dovesse verificarsi un’eventualità di questo tipo, saranno attivati gli ammortizzatori sociali previsti dalla legge, inclusa la cassa integrazione. Tra le linee che rischiano lo stop, le più probabili sono proprio quelle a Scanzorosciate e a San Giovanni Valdarno.

La notizia è arrivata anche a Cgil e Cisl: «Stiamo cercando di capire di più in attesa dell’incontro del 6 settembre con le Rsu italiane, nel corso del quale l’azienda illustrerà il suo piano di azione - ha dichiarato Cristian Verdi della Femca Cisl -. Nell’assemblea di luglio era già stato segnalato qualche rallentamento sulle linee di produzione dell’anidride trimellitica e della maleica, ma si pensava dipendesse dal periodo estivo, non ci si era più di tanto preoccupati».

Preoccupazione è stata espressa anche dal sindaco del comune bergamasco, Davide Casati, il quale ha affermato: «L’auspicio è che la politica ponga come priorità assoluta questa emergenza, mettendo sul piatto interventi rapidi per salvaguardare lavoro e occupazione».

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