Distretti del commercio, in Bergamasca presentati progetti per un valore di oltre 37 milioni
Venticinque realtà hanno presentato altrettante proposte nell'ambito del bando regionale volto a promuovere le economie locali
Un'elevatissima partecipazione, oltre 37 milioni di euro e venticinque progetti, presentati da altrettanti Distretti del commercio bergamasco: è il bilancio di quanto proposto nell'ambito dell'ultimo bando regionale “Sviluppo dei distretti del commercio 2022-2024” volto a promuovere e consolidare la ripresa delle economie locali.
Tra i progetti presentati dai distretti bergamaschi si annoverano sia opere di riqualificazione e ammodernamento di negozi e l'avvio di nuove attività, che interventi di rigenerazione urbana e riqualificazione degli spazi pubblici, oltre a interventi volti a definire l'identità turistica dei territori e valorizzazione dei prodotti a chilometro zero. A presentarsi, come detto, venticinque distretti (su un totale di ventisette presenti in tutto il territorio bergamasco), mentre il valore dei singoli progetti va da un minimo di 443 mila euro a oltre 2 milioni.
Sarà necessario ora attendere la graduatoria della Regione – attesa nei prossimi mesi – che li valuterà in una scala da zero a duecento punti riservando una dotazione maggiore ai migliori. Il contributo regionale sarà comunque pari al cinquanta per cento del budget del progetto: beneficiari diretti saranno i Comuni, le Comunità Montane e le Unione dei Comuni aderenti a uno dei distretti già riconosciuti.
«Siamo soddisfatti per la grande adesione e il forte interesse per lo sviluppo dei distretti, sostenuto da Regione Lombardia - commenta Oscar Fusini, direttore Ascom Confcommercio Bergamo -. Ora confidiamo che le nostre istanze vengano accolte dalla Regione e che la nostra provincia, la prima a livello regionale per numero di distretti, possa ancora continuare a eccellere. I distretti continuano a rappresentare uno strumento che dà alle amministrazioni locali una visione e un indirizzo sulle esigenze del tessuto imprenditoriale».