Nel secondo trimestre

Drastico calo del settore abbigliamento, i supermercati invece vanno a gonfie vele

Drastico calo del settore abbigliamento, i supermercati invece vanno a gonfie vele
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La notizia non è di quelle sorprendenti, comunque desta preoccupazione: le imprese bergamasche del commercio al dettaglio durante il secondo trimestre dell’anno (aprile, maggio e giugno) hanno perso il 17,1 per cento del fatturato. Lo ha comunicato la Camera di Commercio in uno studio trasmesso mercoledì 12 agosto agli organi di stampa. Un mese ha coinciso con il periodo di quarantena, aprile, mentre maggio e giugno erano mesi in cui era possibile girare di nuovo liberamente per la città. È andata peggio rispetto ai primi tre mesi quando la perdita era stata di circa l’8,5 per cento.

Era un dato che ci si aspettava, ma soltanto in parte: si sperava che il calo del secondo trimestre rimanesse ai livelli del primo o poco di più. Invece il commercio al dettaglio ha dovuto fare i conti con cittadini ancora timorosi, per nulla desiderosi di spese particolari o di rifarsi il guardaroba. Il calo è tuttavia inferiore a quello di industria (meno 20,3 per cento) e artigianato (meno 22,3 per cento).

I negozi al dettaglio hanno tenuto meglio grazie a quelle merceologie (alimentari e prodotti sanitari e per l’igiene) che sono rimaste accessibili anche durante la chiusura dovuta all'epidemia (per gli altri settori, tipo abbigliamento, il calo è stato drammatico, intorno al trenta per cento). Le cose invece sono andate bene per i supermercati che hanno dovuto fronteggiare un forte incremento della domanda per via della crescita del consumo domestico di alimentari e di prodotti per la pulizia: la grande distribuzione ha registrato un incremento di fatturato dell’8,8 per cento nel secondo trimestre di quest’anno.

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