nuovi comportamenti

Emergenza Covid e consumi: un bergamasco su due nel 2020 ha comprato online

L'emergenza sanitaria ha cambiato non soltanto gli stili di acquisto e di consumo dei bergamaschi, ma anche il fabbisogno formativo delle imprese per restare competitive sul mercato

Emergenza Covid e consumi: un bergamasco su due nel 2020 ha comprato online
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Un bergamasco su due nel 2020, a causa dell’emergenza Covid, ha effettuato acquisti anche online. È quanto emerge dalla ricerca “I nuovi comportamenti di acquisto dei consumatori bergamaschi e i nuovi fabbisogni formativi delle imprese”, realizzata da Format Research per conto dell’Ente bilaterale territoriale del terziario e dell’Ente bilaterale alberghiero e dei pubblici esercizi di Bergamo.

L’obiettivo dell’indagine era di rilevare il cambiamento degli stili di acquisto e di consumo da parte dei bergamaschi. «Grazie a questa ricerca abbiamo lo stato dell'arte del mondo del commercio nell'anno della pandemia - spiega Giovanni Zambonelli, presidente di Ascom Confcommercio Bergamo -. Lo studio mostra come si sono organizzati i nostri associati, i servizi che hanno fornito e quelli che dovranno ancora fornire. Alcuni dati che emergono sono positivi altri preoccupanti. Di fatto, un nuovo approccio al mondo del commercio è fondamentale e determinerà la sopravvivenza di tutto il terziario».

Per restare competitive sul mercato, a far fronte all’emergenza sanitaria, le imprese hanno la necessità di dotarsi di nuove competenze, legate in particolar modo alla digitalizzazione. «La situazione territoriale è molto in evoluzione - aggiunge Enrico Betti, presidente dell’Ente bilaterale territoriale del terziario - Gli enti promuoveranno nel corso del 2021 corsi e aggiornamenti specifici per il settore in modo da aiutare questa evoluzione».

L’analisi è stata rivolta ad un campione statisticamente rappresentativo di cittadini maggiorenni di Bergamo. Sono stati profilati quattro cluster di rispondenti che (nel corso di tutto il 2020) hanno effettuato acquisti online almeno una volta alla settimana, almeno una volta al mese, almeno una o due volte nel corso dell’ultimo anno o, al contrario, non hanno effettuato acquisti online nel 2020 ma li avevano effettuati negli anni precedenti. È stato conteggiato anche chi non ha mai comprato sul web.

«In un periodo di grandi trasformazioni, la ricerca commissionata centra un obiettivo fondamentale: partire dalle nuove abitudini di consumo sul fronte della clientela e dell'utenza e le relative ricadute percepite dalle imprese per analizzare come queste si possano attrezzare – commenta Alberto Citerio, presidente Ente bilaterale turismo -. Per quanto riguarda il turismo la situazione è particolarmente grave. Gli aspetti congiunturali legati alla pandemia distorcono qualunque ragionamento di prospettiva legato anche ai nuovi stili di consumo. I dati ricavabili dalla ricerca dicono, per il turismo, che solamente il 3.5 per cento delle imprese (contro il 9.5 per cento del terziario) si è dotata di nuove figure professionali che possano gestire il cambiamento e che il 12.5 per cento (contro il 28.5 per cento del terziario) ha intenzione di mettere in campo formazione sulle innovazioni».

«Questa indagine è una delle prime in Italia a proporre una doppia prospettiva di lettura, includendo consumatori e imprese – conclude Pierluigi Ascani, presidente di Format Research -. È stata utile non solo per esplorare le tendenze di consumo, ma anche per capire come le imprese si siano strutturate per fronteggiare un anno orribile come quello appena concluso. Esigenze legate al modo di fare impresa, alle prospettive di business e di occupazione: il mondo del terziario è sempre più complesso. La provincia di Bergamo è stata molto attenta a cogliere le dinamiche legate alla vendita di servizi e prodotti, dimostrando quindi un'ottima resilienza e una propensione a trovare nuove soluzioni in una logica di cambio di prospettiva nella relazione coi consumatori».

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