L'impoverimento

Giù le saracinesche, nei borghi di Bergamo e in periferia è una strage di negozi

Viscardi (Duc): «Senza botteghe si perde il senso di comunità. Sta scomparendo una classe sociale di piccoli imprenditori». E in centro...

Giù le saracinesche, nei borghi di Bergamo e in periferia è una strage di negozi

di Paolo Aresi

Non è un problema soltanto del centro di Bergamo, che proprio in questi giorni assiste alla chiusura di Carom, altro negozio storico di abbigliamento. Ma in realtà tante sono le botteghe con le saracinesche abbassate anche nei quartieri della periferia, da Campagnola a Celadina al Monterosso e pure nei borghi storici.

Basta fare due passi in Pignolo o in San Tomaso. Persino nella vivace Borgo Santa Caterina tanti negozi sono in cerca di un collocamento. Monterosso è un deserto, ma c’è la buona notizia dell’apertura della Cgil e del nuovo bancomat. Le botteghe chiudono perché, ovviamente, non riescono a mantenersi. E non riescono a stare in piedi per due ragioni: il giro d’affari è scarso, le spese fisse (a cominciare dall’affitto) sono troppo alte.

Ne abbiamo parlato con Nicola Viscardi, amministratore del Duc, il Distretto urbano del commercio, una realtà voluta dalla Regione Lombardia nel 2009 il cui compito è incentivare il commercio urbano, i negozi di vicinato in modo da rafforzare l’identità dei luoghi.

«A Bergamo tutto sommato negli ultimi dieci anni i negozi al dettaglio hanno tenuto. Si è verificata una trasformazione, tante botteghe sono diventate esercizi pubblici dedicati alla ristorazione nella sue forme diverse. Mi riferisco all’area del nostro Duc, che comprende il centro (da via Broseta a Pignolo), Borgo Palazzo, Borgo Santa Caterina, Città Alta. Una diminuzione di botteghe si è invece registrata nei quartieri periferici e comunque non centrali: Campagnola aveva dieci negozi, oggi non c’è più nulla».

Il problema della chiusura dei punti vendita è stato molte volte discusso: la proliferazione eccessiva di supermercati e centri commerciali ha messo in ginocchio il negozio al dettaglio. Poi è arrivato il vendicatore, Internet: a soffrire ora ci sono anche i grandi centri perché tutto può venire ordinato con un click e recapitato direttamente a casa (…)

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