Gori e gli altri sindaci italiani contro gli affitti brevi: «Rischio di snaturare i centri storici»
Intervenuto all'assemblea dell'Anci, ha sostenuto la necessità di porre un limite alla “turistizzazione” del mercato immobiliare
Per contenere il moltiplicarsi di appartamenti dati in affitto per brevi periodi, un meccanismo che rischia di snaturare i centri storici a vantaggio del turismo più sfrenato, i sindaci devono poter contare su una maggiore possibilità d’azione.
A sostenerlo è stato il sindaco di Bergamo Giorgio Gori, intervenendo nel dibattito su “Attrattori culturali e turismo per lo sviluppo locale”, tavola rotonda organizzata durante l'assemblea dell'Associazione nazionale dei comuni Italiani che si sta svolgendo in questi giorni a Parma. «Bisogna dare ai sindaci i poteri per governare le trasformazioni innescate dal turismo – ha detto Gori -, a partire dalla possibilità di arginare il fenomeno degli affitti brevi».
«Nulla contro le piattaforme come Airbnb – ha continuato il primo cittadino - ma la trasformazione delle locazioni, da quelle più lunghe destinate ai residenti, a quelle brevi destinate ai turisti, è un processo che le città devono poter governare, come accade in tutti i Paesi europei, ponendo un limite alla “turistizzazione” del mercato immobiliare nelle zone di maggior pregio. È un tema importante in merito al quale, insieme al sindaco di Firenze Dario Nardella e ad altri sindaci, vogliamo ottenere dal Parlamento e dalle Regioni gli strumenti normativi per agire».
Durante la tavola rotonda Giorgio Gori ha anche affrontato il ruolo che i capoluoghi possono rivestire per lo sviluppo turistico locale, citando l’esempio virtuoso di Visit Bergamo, che «mette insieme le risorse della città, della Provincia e della Camera di commercio. Un'operazione che ha trainato la crescita del turismo prima dello scoppio della pandemia».
Da ultimo, anche in vista dell’appuntamento con il 2023, anno che vedrà Bergamo e Brescia come Capitali italiane della cultura. «Le città devono mettersi al centro dello sviluppo turistico e culturale – ha concluso Giorgio Gori -, ma è necessario coinvolgere anche i territori extraurbani, costruendo un'alleanza tra capoluoghi e aree interne».