Prezzi su, ma...

I bergamaschi hanno tanta voglia di Natale e uno su tre lo festeggerà al ristorante

I dati di Ascom Confcommercio Bergamo parlano di quasi 350 mila clienti nei prossimi giorni: «La voglia di Natale è più forte delle crisi»

I bergamaschi hanno tanta voglia di Natale e uno su tre lo festeggerà al ristorante
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Di festeggiare il periodo natalizio, tra cene aziendali e di famiglia, che sia con amici o con partenti, c'è tanta voglia e, dopo due anni segnati dalla pandemia, farlo uscendo fuori casa sembra un'idea abbracciata da molti. Secondo quanto rilevato da Ascom Confcommercio Bergamo «la voglia di festeggiare Natale ai tavoli dei ristoranti è più forte di crisi e inflazione e molti locali hanno già chiuso da tempo le prenotazioni. Un trend positivo che prosegue per tutte le festività».

Un bergamasco su tre al ristorante

Nei ristoranti di città e provincia, la spesa stimata è  di 13 milioni e 690mila euro. Il pranzo di Natale e Santo Stefano, da soli, valgono oltre 8,5 milioni di euro (8.519.083 euro); la Vigilia vale oltre 2,5 milioni di euro (2.588.544 euro); la cena del 25 e del 26 portano, sommati tra loro, altri 2,5 milioni. La stima di Ascom Confcommercio Bergamo parla di 349.500 clienti ai tavoli, quindi di un bergamasco su tre, tra Vigilia, Natale e Santo Stefano. Sulla scia del trend positivo e delle prenotazioni che da tempo fanno squillare i telefoni dei 1712 ristoranti della Bergamasca, i locali che saranno aperti a Natale e per il pranzo di Santo Stefano arrivano al 97 per cento, la quasi totalità. Il 90 per cento propone anche un menù per la Vigilia, mentre per le cene di Natale e del 26 dicembre Ascom stima che terrà aperto il 70 per centro dei locali di città e provincia.

Un anno estremamente positivo

Lo dicono i dati, lo si può testare sulla propria pelle, provando a chiamare ora per la cena di Capodanno e scontrandosi con la difficoltà di trovare posto, ma lo sanno bene anche i commercianti. Petronilla Frosio, presidente del Gruppo Ristoratori Ascom Confcommercio Bergamo, conferma: «Le richieste sono altissime. Si chiude un anno senza dubbio estremamente positivo per il comparto. Al classico pranzo di Natale e al cenone di Capodanno si sta riscoprendo anche in Bergamasca il piacere di ritrovarsi la sera della Vigilia e anche per Santo Stefano le richieste sono tante. La sensazione è che su tutto prevalga il desiderio di ritrovarsi e trascorrere dei piacevoli momenti, concedendosi anche qualche sgarro alimentare e riscoprendo piatti della tradizione».

Prezzi verso l'alto

Uno scenario positivo per il commercio, che avrebbe potuto pagare ben di più della situazione di generale difficoltà delle famiglie. È innegabile che i prezzi abbiano subito qualche inevitabile ritocco verso l'alto, dovuti ai rincari di materie prime ed energia. In genere, i prezzi vanno dai 45 ai 90 euro in media, con qualche inevitabile punta, dai 150 euro in su per i locali più blasonati. Ma budget più lo rimane quello riservato al cenone, che da una base di 45 euro sale in media sui 75-90 euro, con cifre più alte per ristoranti più rinomati e cenoni con spettacoli.

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