I danni economici e ambientali del consumo di suolo, il monito di Confai Bergamo
In Bergamasca le opere di urbanizzazione e di impermeabilizzazione di terreni hanno totalizzato quasi 4.000 ettari nell'ultimo decennio
«L'impatto del consumo di suolo sull'agricoltura, sul paesaggio e sui servizi ecosistemici rappresenta da tempo una questione di somma urgenza che provoca danni crescenti in termini ambientali ed economici e che dovrà essere adeguatamente affrontata dalle istituzioni nazionali e regionali, cogliendo l'occasione della prossima entrata in vigore della nuova politica agricola comune»: è quanto afferma Leonardo Bolis, presidente provinciale e regionale di Confai, riprendendo i termini di un dibattito alimentato in questi giorni da dati diffusi da alcune realtà della società civile particolarmente attive in questo ambito.
Secondo una nota del Forum nazionale "Salviamo il paesaggio", che cita fonti dell’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra), il bilancio dei costi economici ed ecologici implicati dalla cementificazione di un ettaro di suolo in Italia sarebbe pari, in media, ad una perdita di circa 100.000 euro all'anno.
«Pur considerando la grande variabilità esistente a livello territoriale in termini di redditività dei suoli coltivabili e di qualità dei paesaggi - fa notare Enzo Cattaneo, direttore di Confai Bergamo -, i dati diffusi sono plausibili e appaiono, per certi versi, perfino stimati per difetto, soprattutto se si tiene conto dell'indotto che l'attività agricola genera sotto il profilo dell'occupazione e dei processi di trasformazione e commercializzazione lungo l'intera filiera agroalimentare».
Secondo le elaborazioni dell'Ufficio Economico di Confai Bergamo, basate su fonti del Sistema Nazionale di Protezione dell'Ambiente (SNPA), in provincia di Bergamo il consumo di suolo dovuto a opere di urbanizzazione e, più in generale, di impermeabilizzazione di terreni agricoli, ha totalizzato quasi 4.000 ettari nell'ultimo decennio.
«Con l'entrata in vigore della legge n.132 del 2016 sulle reti di protezione ambientale - osserva Cattaneo - ha iniziato a manifestarsi progressivamente una più forte sensibilità generale verso la necessità del risparmio di suolo. Nondimeno, l'obiettivo di arginare in modo significativo il fenomeno del consumo di suolo dovrà passare per una ferma presa di posizione dei governi centrale e regionali: appare ormai indispensabile porre come priorità assoluta un uso sostenibile ed efficiente della risorsa suolo, affiancato da politiche di recupero del patrimonio edilizio e produttivo esistente, in parte inutilizzato o sottoposto a processi di deterioramento in numerose aree del nostro Paese».