Il dato

I negozi di vicinato sono davvero pochi: le mosse della giunta di Seriate

Sono 14,7 ogni mille abitanti, contro i 33,4 della città di Bergamo. L’assessore Donati e la manager del Duc: «Stiamo lavorando per migliorare»

I negozi di vicinato sono davvero pochi: le mosse della giunta di Seriate
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di Marta Belotti

La prima mappatura di Confcommercio Bergamo sullo stato dei negozi di vicinato nella nostra provincia restituisce a Seriate un primato in negativo. Tra i centri principali (sopra i 20 mila abitanti), la città è quella che presenta il minor numero di attività ogni mille abitanti: 14,7, contro i 16,7 di Romano di Lombardia, per non contare i 33,4 di Bergamo.

A penalizzarla sarebbe proprio la vicinanza al capoluogo. Lo fa notare la stessa Confcommercio nel suo rapporto e anche la manager del Duc (il Distretto urbano del commercio) di Seriate Stefania Pendezza.

«Non significa che quel dato non ci interessi, anzi, il nostro impegno è volto proprio a migliorarlo - concordano l’assessore al Commercio Dimitri Donati e la manager Pendezza -. L’unica premessa da fare sta nel fatto che Seriate è una città troppo vicina a Bergamo».

Per l’assessore è importante ribadire che da un punto di vista politico la volontà dell’amministrazione e sua in particolare è quella di implementare, sostenere e dare maggiore vivacità a questo tipo di commercio. Le azioni si concentrano in particolare lungo tre direzioni: «La prima riguarda la limitazione delle strutture di media e grande distribuzione che, come approvato lo scorso anno, non permette più a questo tipo di strutture di insediarsi nel centro».

«Ci sono però un insieme anche di normative, di carattere Europeo, nazionale e regionale, che attutiscono la forza di questo provvedimento. In più, se Bergamo o i paesi confinanti ne autorizzano l’apertura, gli effetti ricadono anche qui. A normativa vigente, la nostra amministrazione ha introdotto anche una norma che prevede, in caso di apertura di una struttura di grande e media distribuzione, il versamento di un contributo pari al due per cento del valore commerciale della superficie di vendita in favore del Distretto urbano del commercio. Un sostegno quindi da parte della grande distribuzione al commercio locale».

La seconda direzione di intervento riguarda una vivacizzazione del territorio e su questa l’assessore ammonisce: «Non intendo sbilanciarmi, ma stiamo lavorando perché in alcune aree ora sfitte (...)

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