Dati Ascom Confcommercio

I saldi non ingranano: primo bilancio con picchi al meno 30 per cento

Pedrali: «Ci aspettiamo interventi utili al comparto per ridurre i costi: Iva agevolata sul Made in Italy e bonus moda»

I saldi non ingranano: primo bilancio con picchi al meno 30 per cento
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Non ingranano i saldi di questo 2023: il primo bilancio è, infatti, risultato decisamente negativo. Da un sondaggio effettuato da Ascom Confcommercio Bergamo, i primi due fine settimana hanno registrato un meno 10 per cento sulle vendite di fine stagione rispetto allo scorso anno, con picchi anche del meno 30 per cento.

La caccia ai capi scontati risente dell'inflazione e della spending review (ovvero l'analisi e valutazione della spesa pubblica) familiare al ritmo della recessione: Ascom Confcommercio stima che a rinunciare agli acquisti in saldo sarà il 5 per cento in più delle famiglie rispetto allo scorso anno. Nonostante ciò i commercianti confidano in una ripresa delle vendite. L'assortimento non manca e le occasioni di fare buoni affari nemmeno.

Predali: «Servono Iva agevolata e bonus moda»

La merce esposta ha subito infatti una crescita, derivata dai maggiori acquisti effettuati nel 2022. «In questi ultimi anni i negozi si sono trovati a dover ordinare più di quanto necessario, nonostante il calo generalizzato degli acquisti nei negozi, per non parlare dell'aumento di affitti e spese energetiche» ha commentato Diego Pedrali, presidente del Gruppo Abbigliamento, Calzature e articoli sportivi Ascom Confcommercio Bergamo, oltre che consigliere nazionale di Federazione Moda Italia.

«L'industria della moda - ha proseguito - oltre ai rialzi di listino punta a mantenere budget prefissati. Così se si vogliono continuare a proporre marchi e articoli che contraddistinguono la propria insegna, si è costretti a ordinare stock di merci che vanno oltre la sostenibilità d'impresa, già messa a repentaglio da rincari e inflazione». Infatti, le imprese stanno già acquistando per la prossima primavera/estate. «Senza previsioni, ma solo imposizioni. Non si può continuare a lavorare con budget e quantitativi minimi imposti dai brand e dall'industria della moda».

I commerciati stanno comunque mettendo in campo strategie per contenere gli aumenti senza scaricare i costi sui consumatori: cura allo studio e alla pianificazione degli sconti durante tutto l'anno, attenzione al prezzo finale. «Dalle Istituzioni ci aspettiamo interventi utili al comparto come ad esempio quelli che abbiamo richiesto e che continueremo a richiedere al Tavolo della Moda - ha concluso Predali -: in particolare, una misura per ridurre il costo delle locazioni commerciali, un’Iva agevolata sui prodotti di moda Made in Italy e un bonus moda per l'acquisto di prodotti ecosostenibili».

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