I dati

Il caffè al bar in Bergamasca costa il 5,2% in più, ma è al di sotto della media nazionale

Il costo di una tazzina è aumentato di 6 centesimi nel giro di un anno, ma in Italia rimane inferiore rispetto ad altri Paesi europei

Il caffè al bar in Bergamasca costa il 5,2% in più, ma è al di sotto della media nazionale
Pubblicato:

La tazzina di caffè al bar è quella consuetudine che per molti è irrinunciabile. E per questo può diventare il metro di valutazione per capire in che direzione sta andando l'economia. Del resto, le dinamiche dell'inflazione si vedono anche da quello: se al bancone il prezzo del caffè aumenta, il cliente se ne accorge e si fa qualche domanda.

Innanzitutto, è abbastanza scontato che ci sia stato un incremento. Ma di quanto? E come va la situazione in confronto alle altre città e agli altri Paesi? Qualche risposta arriva dal report, realizzato dalla Federazione italiana pubblici esercizi (Fipe) e diffuso oggi (lunedì 23 giugno) da Confcommercio Bergamo, che ne ha approfittato anche per sottolineare come i gestori dei bar e dei locali si stiano impegnando per mantenere un certo equilibrio tra costo del caffè, qualità e servizio.

Prezzo sotto la media nazionale

Dunque, il prezzo medio di una tazzina di caffè in città si attesta a 1,21 euro, cifra al di sotto della media nazionale. In Italia, infatti, ad aprile 2025, ovvero quando si è effettuata l'ultima rilevazione, era di 1,22 euro, contro gli 1,18 dello stesso mese del 2024 (4 centesimi in più, ovvero il +3,4 per cento). Nel capoluogo orobico, l'anno scorso costava 1,15 euro. Significa che è cresciuto di 6 centesimi, ovvero del 5,2 per cento. Un fattore su cui incide il maggior costo della vita, con la nostra città tra le più care d'Italia e al primo posto in Lombardia, almeno dal rapporto dell'Unione nazionale consumatori sui dati di maggio.

Il prezzo medio rilevato a livello provinciale si attesta su cifre simili a quelle delle città meno care del Sud: 1,21 contro 1,22 euro. In Italia i prezzi massimi si registrano a Bolzano (1,45 euro), Ferrara e Parma (1,41). In Lombardia, i prezzi medi più alti sono a Mantova (1,36 euro) e Brescia (1,25), i più economici a Varese e Lodi (1,16 euro). Nonostante il forte aumento del costo della materia prima, tuttavia, secondo Confcommercio il prezzo del caffè al bar è rimasto relativamente stabile e si conferma tra i più bassi in Europa.

Se poi si vuole capire quanto sia cresciuto il prezzo di una tazzina al bar dal 2022, basti pensare che tre anni fa ad aprile era di 1,10 euro, che rispetto al valore di oggi indica un incremento del 10 per cento (11 centesimi), a fronte di un tasso di inflazione generale dell’11,1 per cento nel divario di tempo considerato.

Conciliare costi, qualità e servizio

L’Italia è il Paese dove l’espresso costa nettamente meno. Per esempio, in Francia, Spagna e Grecia si va da un minimo di 1,50 euro a 2,50 euro. Questo, per l'associazione dei commercianti, penalizza oltremodo le imprese italiane, che già fanno i conti con una struttura di costi e una fiscalità peggiore degli altri Paesi.

«Se aumentano i costi è anche sulla tazzina che siamo costretti a recuperarli - spiega Diego Rodeschini, presidente Gruppo Bar, caffetterie e pasticcerie di Confcommercio Bergamo -. Fare fatturato con un prezzo unitario che oscilla intorno all’euro, dando allo stesso tempo un servizio che i consumatori continuino ad apprezzare, è un equilibrio sempre più difficile da raggiungere e mantenere. Purtroppo assistiamo a troppe chiusure nel settore: negli ultimi cinque anni nella nostra provincia si sono spente 423 insegne di bar».

Gli fa eco Oscar Fusini, direttore di Confcommercio Bergamo: «Bisogna sfatare anche il luogo comune secondo cui il prezzo di una tazzina di caffè dovrebbe essere uguale ovunque. Il caffè non è un prodotto ma un servizio e il suo prezzo è la risultante di moltissimi fattori che giustificano anche la differenza di costo tra un bar e l’altro. il consumatore è oggi più attento ed esigente e la qualità paga, sempre e comunque. Il consumatore vuole continuare a bere un caffè. Sì, ma buono».

Per sensibilizzare l’attenzione del pubblico su tutto ciò che ruota attorno a un buon espresso, continua la campagna Confcommercio Bergamo ideata lo scorso anno "Ci prendiamo un caffè? Sì ma buono. Questo bar sostiene il caffè di qualità". Un titolo eloquente, per dare il giusto valore a tutto il lavoro, dalla selezione della miscela e la manutenzione della macchina fino al servizio.

Commenti
Massimo

In centro c'è chi ancora fa pagare 1 euro

Paolo74

Un euro e dieci centesimi per poche gocce di caffè. Un caffè non dovrebbe costare più di cinquanta centesimi,fosse per me i bar potrebbero chiudere tutti.

Lascia il tuo pensiero

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Seguici sui nostri canali