Il caro carburante non si ferma: aumenti fino al 40 per cento
Cresce anche il prezzo del metano, i benzinai non possono fare niente: «Dipende dal mercato»
Gli automobilisti se ne sono accorti già da tempo: è da settembre che i prezzi dei carburanti continuano ad aumentare, con benzina e gasolio cresciuti di 7-8 centesimi. La verde è arrivata addirittura, nelle autostrade, a 2 euro al litro, una cifra raggiunta solo qualche anno fa, quando il petrolio era valutato 140 dollari al barile. Solo che, all'oggi, il suo valore è di 80 dollari al barile. Non va meglio con il metano, che è cresciuto fino al 40 per cento e in città va da 1,199 al chilo (via Zanica) ad addirittura 1,689 al chilo (circonvallazione delle Valli).
Per benzina e diesel, la motivazione alla base del rincaro è l'aumento del costo del petrolio e la ripresa dei consumi, mentre sul metano incide la crescita del prezzo dei rifornimenti di gas naturale dalla Russia.
Come spiegato anche da Renato Mora, presidente del gruppo benzinai Ascom Bergamo a L'Eco di Bergamo, essendo aumentata la domanda, più che il valore del petrolio il prezzo lo fa il mercato, mentre i benzinai stessi niente possono fare per moderarlo, con il loro margine che rimane di poco superiore ai 4 centesimi al litro. Oltre a questo, Mora mette in guardia rispetto ad un ulteriore aumento dai 5 agli 8 centesimi da qui a Natale e il costo dei carburanti meno inquinanti non accenna a diminuire.
La necessità di una lotta ai rialzi arriva anche dalle associazioni di consumatori del territorio, ovvero Federconsumatori e Adiconsum, che si sono espresse per un osservatorio sui prezzi, ispezioni sui rincari e la creazione di consorzi per le piccole imprese, in maniera tale da ottenere prezzi vantaggiosi come quelli ottenuti dalle grandi aziende. Scatta inoltre l'allarme per le bollette, il cui pagamento potrebbe diventare poco sostenibile sia per artigiani e imprenditori che per le famiglie della classe media.