Il rischio usura spaventa le imprese bergamasche, Ascom: «Potenziare strumenti di contrasto»
I dati di una ricerca effettuata a febbraio e marzo su quattromila casi. Aumenta la preoccupazione per i fenomeni di racket
Tra gli imprenditori del terziario di Bergamo e provincia cresce la preoccupazione per l'usura, che si conferma il fenomeno criminale percepito come in maggior crescita (per il 29 per cento). È quanto emerge dall'indagine presentata in Ascom Confcommercio Bergamo in occasione della nona edizione della Giornata di Confcommercio “Legalità, ci piace”, un’iniziativa di analisi, denuncia e sensibilizzazione sulle conseguenze dei fenomeni criminali per l’economia reale e per le imprese.
L’obiettivo principale dell’indagine, realizzata in collaborazione con Format Research tra il 24 febbraio e l’11 marzo 2022 su un campione di quattromila casi, è quello di rilevare e descrivere la diffusione di alcuni dei fenomeni criminali che più di altri condizionano l’andamento e lo sviluppo delle imprese.
«Il problema delle infiltrazioni mafiose nel tessuto economico è ancora molto forte, ma interessa soprattutto realtà lontane dalla nostra provincia, in particolare le grandi città e il Centro Sud. Questo però non significa che tali fenomeni siano assenti sul nostro territorio. Tutt’altro: dai fatti di cronaca che leggiamo quotidianamente risulta che siano presenti anche da noi, basti pensare all’ultimo recentissimo relativo a bar a poche centinaia di metri da noi», ha sottolineato Giovanni Zambonelli, presidente Ascom Bergamo, in apertura dell'incontro che ha visto anche gli interventi del tenente colonello Salvatore La Bella, comandante del nucleo di Polizia economica e finanziaria della Guardia di Finanza di Bergamo, e Francesco Breviario, referente provinciale dell’Associazione Libera.
Secondo le stime dell'Ufficio Studi Confcommercio, l’illegalità costa alle imprese del commercio e dei pubblici esercizi quasi 31 miliardi di euro e mette a rischio circa duecentomila posti di lavoro. La perdita annua in termini di fatturato e di valore aggiunto è pari al 6,3 per cento.
In dettaglio, l'abusivismo commerciale costa 8,7 miliardi di euro, l'abusivismo nella ristorazione pesa per 4,8 miliardi, la contraffazione per 4,1 miliardi, il taccheggio per 4,3 miliardi. Gli altri costi della criminalità (ferimenti, assicurazioni, spese difensive) ammontano a 6 miliardi e i costi per la cyber criminalità a 2,8 miliardi. In provincia di Bergamo nel giugno del 2021, per mezzo di una indagine specifica presso le imprese del terziario di Bergamo, la preoccupazione degli imprenditori per l’usura era pari al 16 per cento, quindi leggermente più basso rispetto al dato registrato nel 2022, pari al 17,7 per cento.
«La crisi pandemica e la mancanza di liquidità hanno fatto aumentare il numero delle imprese vulnerabili al rischio di usura - ha aggiunto Oscar Fusini, direttore Ascom Bergamo -. Peraltro l'usura può essere l'anticamera dell'acquisizione dell'impresa in ginocchio e, di fatto, quello che può essere un aiuto si rivela un cappio mortale. È quindi fondamentale che tutti gli attori del territorio contribuiscano a sensibilizzare le imprese e le persone sui rischi legati alla criminalità. Su questo tema, inoltre, Confcommercio chiede la revisione degli strumenti di contrasto con leggi meno farraginose per l'accesso al credito delle vittime di usura e il rafforzamento dei ruoli dei confidi, di fatto l'ultimo anello di congiunzione con le micro e le piccole-medie imprese».